Musumeci all’attacco: «Basta con le falsità»
«Noi le querele non le minacciamo. Le presentiamo». Il messaggio era stato chiaro. Nello Musumeci qualche giorno fa aveva invitato il suo avversario nella corsa alla presidenza della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, a moderare i termini e a rimangiarsi le accuse infondate che aveva fatto sui termovalorizzatori. Ma il candidato del Pd, che i sondaggi vedono fermo al 30%,
è andato avanti e domenica durante una sua convention ha calcato la mano: «Musumeci ne aveva di motivi per inserire dei poliziotti in lista…». La querela non si è fatta attendere. Sono due gli episodi che Musumeci gli contesta: il primo è un confronto politico, che si è svolto il 2 ottobre scorso al centro Pio La Torre di Palermo, con un’altra candidata, Giovanna Marano, durante il quale candidato del Pd avrebbe annunciato «nomi e cognomi sull’accordo tra Musumeci e Miccichè per riprendere il discorso sui quattro termovalorizzatori gestiti dalla mafia». Il secondo episodio risale appunto a domenica quando Crocetta, al teatro Politeama di Palermo, ha parlato della “pulizia” delle liste affermando di «avere fatto un lavoro di controllo enorme: non abbiamo candidato indagati, condannati, né gente sul cui curriculum pesano dubbi. A Musumeci, invece – ha aggiunto l’europarlamentare del Pd – dico: avrebbe dovuto farlo perché di gente da arrestare nelle loro liste ce n’è parecchia».
Nell’esposto, presentato dall’avvocato Enrico Trantino alla Procura di Catania, ma destinato a essere trasferito a quella di Palermo per competenza territoriale, si ipotizza una «precisa regia denigratoria basata su annunci gravemente offensivi», utilizzando «un metodo indegno: recuperare consensi mediante il tentativo di demolizione morale dell’avversario», confondendo «la dialettica politica con il delirio dell’impunità». Affermazioni pesanti, quelle di Crocetta, che hanno fatto subito scendere in campo il coordinatore regionale siciliano del Pdl, Domenico Nania: «I sondaggi non quadrano per Crocetta e Micciché e tutto fa brodo, anche un video-farsa che dimostra quanto bisogno di normalità abbia la Sicilia. La barzelletta del video-farsa registrato in solitario da Micciché dimostra che chi ha sostenuto l’inadeguatezza del candidato aveva visto lontano». Adolfo Urso, dal canto suo, ha invitato Crocetta a smetterla «di avvelenare la campagna con accuse prive di fondamento».
Ma le accuse di Crocetta non creano intralcio alla campagna elettorale di Musumeci che, dovunque va, trova un clima di forte entusiasmo e partecipazione. «La candidatura di Musumeci – afferma Vincenzo Di Trapani, capogruppo del Pdl alla Provincia di Palermo e candidato del Pdl – ha risvegliato l’ambiente di destra, c’è entusiasmo perché per la prima volta la nostra area politica ha avuto il coraggio di esprimere un candidato di destra. Così come è stata giusta la scelta di non avere candidato Miccicché. Musumeci piace non solo a destra, i moderati e gli elettori dell’Udc non capiscono, infatti, la scelta di candidare Crocetta. E proprio per questo motivo molti voteranno Musumeci». C’è anche un altro aspetto che non va sottovalutato: «La disaffezione dei cittadini alla politica – osserva Di Trapani – ha un lato positivo: siamo tornati alla politica del “porta a porta”, chiaramente non quello di Bruno Vespa. Nel senso che il contatto diretto coi cittadini ci porterà ad avere più voti. E noi in questo siamo bravi».
Anche Marcello Tricoli, presidente del Consiglio provinciale di Palermo, dice che «i cittadini punteranno molto sulle singole persone e Musumeci ha tutte le carte in regola per poter vincere anche perché sta riaggregando tutti quelli che si erano allontanati dal centrodestra. Inoltre – puntualizza – bisogna puntare sul voto disgiunto: la legge in Sicilia dice che chi vota, per esempio, la lista dell’Udc e non segna alcun candidato presidente alla fine voterebbe Crocetta anche se non lo sa. È importante quindi che i moderati, che non vogliono votare il candidato del Pd, sbarrino il nome di Musumeci».