La sinistra scopre che Dracula è al governo (ma per un anno quale film ha visto?)
Il conte Dracula è tornato, succhierà altri 7 miliardi. Non è poco, specie di questi tempi. Lo si sospettava, lo si è anche denunciato ma il governo tecnico è riuscito a destreggiarsi tra le domande in uno slalom così veloce da far impallidire gli sciatori olimpici. Non ha mai ammesso che la legge di stabilità fosse una manovra mascherata, lacrime e sangue. Anzi, quando l’ha illustrata, ha fatto credere alle famiglie che avrebbero addirittura guadagnato qualcosa (il famoso «sollievo» promesso da Monti, tanto per intenderci). Siamo alla vigilia di una competizione elettorale e i bluff fanno comodo, ma non sempre riescono. C’è stata la reazione di molte categorie, la rabbia della gente, gli italiani non hanno l’anello al naso. E forse è proprio per questo che persino il Pd ha deciso di alzare la voce, con l’improvvisa sortita di Bersani: «A tutto c’è un limite». Appunto, a tutto c’è un limite, anche all’ipocrisia politica. La sinistra è scesa in campo tardi, troppo tardi per essere credibile, specie ora che siamo a un passo da voto. Il Pd si è chiuso in un colpevole silenzio quando c’è stata la mazzata dell’Imu, non ha detto una parola nelle settimane di fuoco del caro-benzina, non ha protestato quando l’Iva saliva trascinando con sé i prezzi e contribuendo a far crollare i consumi. Si è infastidito quando il Pdl protestava per le troppe tasse e chiedeva modifiche che consentissero alle imprese di non chiudere e agli italiani di trovare lavoro. I “democratici” si mettano l’anima in pace: non si può lottare contro Dracula ed esserne complice. O quantomeno dopo esserne stati complici per convenienza politica.