Il salva Ruby? A proporlo fu proprio il Pd

2 Ott 2012 20:41 - di

L’ipotesi del maxiemendamento al ddl anticorruzione tiene alta la tensione tra le forze di maggioranza. Il Pd fa pressing sul governo perché blindi con la fiducia al Senato il testo già approvato dalla Camera. È bastato che i senatori Montagna-Galloni presentassero emendamenti al ddl anticorruzione per far dire al Pd e compagni che il Pdl intende tutelare Berlusconi nel processo Ruby. In sostanza, la proposta punta a far sì che la concussione si concretizzi solo in presenza di un reato patrimoniale. Un emendamento analogo era stato depositato alla Camera dal parlamentare del Pdl e componente della commissione Giustizia, Francesco Paolo Sisto.
  
Onorevole, ancora una volta la sinistra si scatena e la tira in ballo, ma qual è la differenza tra concussione ed estorsione?

 
Il delitto di concussione si può definire un’estorsione qualificata. Chi la commette è il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico esercizio. A differenza dell’estorsione, la concussione è un comportamento oltre che costrittivo anche induttivo e suggestivo. In sostanza, si usano parole che, pur non essendo esplicitamente minacciose, inducono il soggetto passivo a subire la pretesa del pubblico ufficiale.

La convince la scelta del ministro Severino di distinguere costrizione da induzione?

È una scelta che lascia perplessi. L’induzione è una condotta, a mio avviso, più grave della costrizione, perché con parole solo apparentemente normali, ma sostanzialmente minacciose, si vuole raggiungere l’obiettivo illecito. Una scelta che, se venisse ratificata dal Parlamento, potrebbe comportare l’estinzione per prescrizione dei reati ascritti a Penati.

Qual è l’obiettivo dell’emendamento da lei proposto alla Camera e ripreso al Senato?

L’emendamento che vuole dare all’utilità indebita (provento della concussione) esclusivamente un valore patrimoniale è in perfetta linea con il rapporto estorsione (delitto contro il patrimonio)-concussione ed è anche un elemento che rende la fattispecie più certa.

Che cosa l’ha spinta a presentare alla Camera questo emendamento?

Un caso, risalente a dieci anni fa, che riguarda la mia esperienza professionale. Un sindaco premeva perché un consigliere comunale diventato incompatibile lasciasse l’incarico politico. In quel caso si era assurdamente contestata una concussione “con utilità politica”, il che è chiaramente al di fuori della ratio della concussione.
 
Quindi nessun “salva Ruby”?

Certo che no. Solo il tentativo di restituire alla concussione contorni più certi e più in linea, vista la indubbia gravità delle sanzioni, con i principi generali dell’ordinamento penale.

Sì, però, la sinistra afferma che così si “salva” Berlusconi…

È evidente che qualsiasi modifica normativa, doverosa per il Parlamento se ritenuta corretta, può provocare il mutamento di situazioni giuridiche pregresse, secondo le regole del diritto penale. E certamente, come per il caso Penati e il caso Berlusconi, non si può partire dagli effetti nei confronti dei cittadini per stabilire se una norma sia giusto o meno che sia cambiata. Né è corretto per un inaccettabile e cieco principio di appartenenza ipotizzare che le norme proposte dal Pd cerchino di “salvare” i “piddì” e che gli emendamenti proposti dai parlamentari del Pdl abbiano il scopo di aiutare i compagni di partito. Ciascun parlamentare rivendica la sua autonomia e, soprattutto quando ci si occupa di diritti fondamentali, quali quelli del diritto e processo penale, non ci si può permettere di scherzare.

Ma alla Camera qualcuno aveva tentato di abolire il reato di concussione?

Il Pd con l’emendamento Ferranti e altri. In linea con quanto richiestoci dall’Europa il Pd aveva presentato un emendamento soppressivo del delitto di concussione, reato che il Pd stesso a vario titolo e con forme attutite ricollocava nell’ambito dell’estorsione e della corruzione. Poi, improvvisamente, la precipitosa marcia indietro con il ritiro dell’emendamento addirittura in commissione. Mi auguro che questo mutamento di rotta non sia stato, sia pur subliminalmente, causato dalla sindrome del processo Ruby.

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