Ci salvi l’Europa! Ma l’Europa chi la salva?
Gli italiani sono stati per anni i più europeisti tra gli europei. Questo è perché gli italiani sono, da più di mezzo secolo, i meno attaccati alla propria identità nazionale. E d’altronde, ogni volta che qualcuno, nei decenni passati, ha cercato di lanciare politiche che facessero appello all’orgoglio se non alla “potenza” nazionale è finito male. Alcuni ammazzati, altri in esilio o comunque in qualche tritacarne giudiziario o mediatico. Quindi gli italiani, anche i più entusiasti, ritornavano il giorno dopo a rassegnarsi all’idea che non siamo proprio in grado di pensare a noi stessi e dobbiamo essere tutelati da altri migliori di noi: americani, francesi, tedeschi o – più vagamente – “l’Europa”. Non fu Romano Prodi, quando era alla commissine europea, che disse che l’Italia non aveva una classe dirigente all’altezza e che doveva farsi guidare da altri? E cosa è cambiato se siamo arrivati a farci dire dalla Merkel, per il tramite di Napolitano, chi doveva governare e come? Non è una sterile polemica, ma come non ricordare come tutti i giornali influenzando – come è in loro potere – buona parte dell’opinione pubblica, otto mesi fa salutarono come assolutamente salvifico il commissariamento europeo del nostro Paese, auspicando che peggiorasse e durasse a lungo. E ora, eccoci qua. Non era l’Italia la zavorra dell’euro e meno che mai dell’economia mondiale (come persone apparentemente intelligenti hanno messo nero su bianco meno di un anno fa!). L’Unione europea a traino franco-tedesco, la moneta unica che unica non è mai stata, l’economia vampirizzata dalla finanza… Era tutto sbagliato. E ora che professore chiamiamo?