“Sky”, i tifosi si spaccano sui miracoli di Totti e Pirlo

13 Lug 2011 20:04 - di

Gesù disse: “Prendete il largo e calate le reti per pescare”. E Simone: “Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati e non abbiamo preso nulla; però, alla tua parola, calerò le reti”. E fatto così, presero un tal quantità di pesci, che le reti si rompevano…» (Luca 5,3-6,8). Per trasformare  la parabola della pesca miracolosa in uno spot commerciale basta sostituire i pesci con i palloni, mettere su una barca il centrocampista della Lazio Stefano Mauri e quello del Milan, Massimo Ambrosini, nelle vesti dei discepoli Pietro e Samuele, e tirare su le reti, trabordanti di sfere di cuoio. “Miracoli”. Quelli che fa Sky, ovviamente, in terra, grazie ai suoi telecronisti, e in cielo grazie alle sue parabole satellitari. La campagna pubblicitaria del network di Murdoch, che da qualche giorno impazza su tutte le tv, anche quelle generaliste, è giocata sull’ironia, che però corre sul filo della blasfemia, secondo alcuni, visto che non sono pochi i credenti che mostrano imbarazzo e fastidio.

Il Vaticano potrebbe non gradire

Fresco di naufragio britannico del News of the world, in Italia Rupert Murdoch rischia dunque le folgori celesti per lo spot che da qualche giorno pubblicizza la campagna abbonamenti su Sky per il prossimo campionato di calcio. Dopo aver irritato, e non poco, le gerarchie ecclesiastiche vaticane con la decisione di mettere in concorrenza con la Santa Messa l’anticipo domenicale delle 12.30, stavolta il gruppo del magnate australiano s’è messo a giocare con i Santi, cosa che nel nostro Paese da sempre è considerata attività poco gradita a chi professa la fede. Non a caso, da qualche giorno, da quando gli spot pseudo-religiosi vanno in onda, i tifosi si sono spaccati sulla base delle convinzioni religiose, più che su quelle sportive. Tutto ciò a prescindere dall’ottima fattura dello campagna, affidata a una’agenzia pubblicitaria di primissimi livello, che dal suo punto di vista ha raggiunto l’obiettivo di far parlare tanto di quelle clip.

Tra sacro e profano
Gli spot che vanno in onda in questi giorni sono quattro, tutti accompagnati da una voce baritonale che canta l’evocativo pezzo di Umberto Tozzi, “Gloria”. In un primo, c’è il neoacquisto della Juve, Andrea Pirlo, che vestito da francescano “bianconero” batte una punizione colpendo il campanile del Paese. E tutti a gridare: “Miracolo”. Identica sorpresa quando Danilo Gallinari, il cestista italiano approdato alla Nba, con indosso una tunica, infila canestri in cesti mantenuti da fedeli. Poi arriva, facendosi largo tra la folla, il rugbista Martin Castrogiovanni, anch’egli in abito talare. In un altro spot c’è invece il bomber dell’Inter, Samuel Eto’o, che resta sospeso in aria mentre tenta una rovesciata, anch’egli col saio neroazzurro, a testimoniare la nuova opzione tecnica di Sky, il fermo immagine in diretta, ma anche a simboleggiare metaforicamente il miracolo della levitazione dei Santi. Nello stesso spot si vede una statua di San Totti portata in processione tra la folla, che si commuove, qualcuno sviene, un altro indica la lacrimazione dell’icona sacra e dice che è “visibile anche in alta definizione…”. All’interno della stessa clip, poi, c’è la scena descritta prima, con Mauri e Ambrosini, in tonaca rispettivamente rossonera a celeste-laziale, che pescano palloni.
Fa miracoli, in in altro spot, anche il difensore del Barcellona Piquè, che insegnare a un’anziana signora a palleggiare. Per chiudere, la grande nuotatrice Federica Pellegrini che prima di lanciarsi in vasca vede davanti a sè dividersi le acque della piscina, come era accaduto a un certo Mosè qualche anno fa.

C’è chi li voleva musulmani….

Basta fare un salto sul web, sui siti ufficiali dei tifosi, per raccogliere pareri divergenti. In tanti hanno trovato gli spot arguti e ironici, altri “blasfemi, oltraggiosi e irrispettosi della fede delle persone”, come scrive un tifoso milanista, Luka, che fornisce anche l’indirizzo del garante della pubblicità invitando tutti a una petizione per bloccarli. Altri si chiedono cosa sarebbe accaduto se questi spot fossero stati realizzati utilizzando la religione musulmana. C’è anche chi, come Nowimhere, che si professa credente e sostiene che “gli spot mi fanno sorridere, sono simpatici, non la vedo come un’offesa o una presa in giro”.

Gli spot “sacri”: dal caffè, ai vestiti
Non è certo la prima volta che gli spot commerciali utilizzano metafore cattoliche: basti pensare a quelli di una popolare marca di caffè, che vede impegnati, in Paradiso, Paolo Bonolis e Luca Laurenti. Più recentemente, invece, il 12 gennaio scorso, lo Iap, il comitato di autodisciplina pubblicitaria, aveva bloccato la campagna dell’imprenditore del tessile Chionna “Dio salvi il made in Italy, perdona loro perché non sanno quello che indossano”. Gli slogan erano del tipo, “Prendete e indossatene tutti” e “Italia, svegliati, alzati e cammina da sola”. Simpatici, ma considerati offensivi per la sensibilità religiosa degli italiani.

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