Tornano in piazza i Sì Tav, bagno di folla a Torino contro i veti grillini. «Il governo faccia presto»

12 Gen 2019 14:51 - di Alessandra Danieli

Tav avanti tutta: il governo scelga in fretta mettendo a tacere il no all’opera che ancora serpeggia tra i ministri grillini. A due mesi dalla manifestazione del 10 novembre i Sì Tav sono tornati in piazza per chiedere un’accelerazione nella presa di decisione su un’opera che non può essere fermata. «Chiediamo al governo che si esprima in modo chiaro, certo, trasparente e veloce», spiega Patrizia Ghiazza una delle sette madamine del comitato“Sì, Torino va avanti” in piazza Castello a Torino per la mobilitazione a sostegno della Torino-Lione. In piazza anche Fratelli d’Italia che lavora – scrive Giorgia Meloni su Facebook – «per rendere l’Italia sempre più competitiva e per costruire un futuro di sviluppo e lavoro. Prima l’Italia è la nostra risposta a chi sa dire solo no».

Si Tav, tutti in piazza conto i veti grillini

«Fratelli d’Italia è presente a Torino alla manifestazione Sì Tav con una amplissima delegazione di sindaci, consiglieri comunali, provinciali, regionali, attivisti e parlamentari – dice ai giornalisti Guido Crosetto in piazza con le madamine – siamo qui senza bandiere, senza simboli di partito, come cittadini, perché non accettiamo l’idea che l’Italia debba rinunciare a crescere, a investire per i nostri figli, per dire sì contro l’Italia dei no, contro la paura di chi non avendo alcuna professionalità e competenza non vorrebbe fare nulla. L’Italia non può affidare il proprio futuro a pavidi mediocri perché la storia viene scritta dal coraggio e dalla capacità di guardare in faccia il futuro». Dello stesso parere la forzista Maria Stella Gelmini che chiede alla Lega di adoperarsi anche in Consiglio dei ministri per fare prevalere il buon senso rispetto alle idee folli del movimento 5Stelle. «Il referendum – aggiunge la Gelmini – è un’ arma distrazione di massa opera perché questa opera è già stata decisa, i governi non  iniziano con Toninelli e Di Maio, la Tav si deve fare perche’ l’Italia ha diritto di stare in Europa». L’idea del referendum, che è tornato d’attualità,  «è una fake news per prendere tempo e dare alla Lega una teorica ma impossibile via d’uscita al dissidio con i luddisti dei 5 Stelle». Anche il Carroccio si distingue tra le migliaia e migliaia di partecipanti alla nuova mobilitazione torinese, costretto a recitare un ruolo scomodo, essendo al governo. Più che scendere in piazza, incalza il centrodestra, la Lega dovrebbe  scegliere da che parte stare in Consiglio dei ministri. «Siamo qui  per ribadire il nostro Sì alla Tav. I cittadini e le imprese la chiedono e adesso è ora di lasciare loro la parola», dice il capogruppo leghista Fabrizio Ricca, in piazza con una ventina di militanti.

Presenti anche i governatori del Piemonte e della Liguria. «La Lega c’era già altre volte in piazza. E una forza importante di governo e per questo deve contribuire a decidere in fretta», dice Sergio Chiamparino, che ha partecipato al flash mob per dire sì alla Tav. «La Lega ha nel suo dna un Paese che cresce, che guarda alle imprese, che vuole modernizzarsi, fatto di grandi opere e dunque mi sembra naturale che oggi sia qua», commenta Giovanni Toti all’arrivo in piazza Castello, «oggi siamo qua a difendere la Tav e una visione di Paese che vuole avere una logistica a sostegno della propria competitività, la Tav è una scelta facile perché è un’opera che è già partita e va finita».

 

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