Catania, dottoressa del Pronto soccorso aggredita e presa a sprangate

21 Lug 2018 14:01 - di Redazione

Ennesimo episodio di violenza nei confronti dei camici bianchi a Catania. «Al Pronto Soccorso del Vittorio Emanuele di Catania una dottoressa è stata aggredita e presa a sprangate. Non intendiamo restare spettatori inermi nei confronti delle continue e ripetute aggressioni al personale sanitario, chiamato a svolgere il proprio lavoro», afferma in una nota Antonino Palermo, segretario regionale Anaao Assomed Sicilia. La segreteria regionale Anaao Assomed esprime la sua solidarietà alla collega, chiedendo l’intervento immediato delle autorità cittadine e regionali per contrastare questo fenomeno.

«Responsabilità strutturali, mancata vigilanza, carenza di organico, mancanza di rispetto nei confronti degli operatori sanitari: poco importano le motivazioni. È inconcepibile – tuona Palermo – che un professionista vada a lavorare e debba rischiare la sua incolumità. È giunto il momento di dire basta. Ben venga – prosegue – la soluzione di un tavolo tecnico regionale recentemente istituito per fronteggiare il problema, ma di certo non lo risolve nell’immediatezza. Chiediamo l’intervento immediato del Prefetto di Catania Silvana Riccio, del sindaco Salvo Pogliese e dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, ed un incontro urgente per definire gli interventi necessari per la tutela della salute del personale che esercita nei Pronto Soccorso», conclude il segretario regionale della sigla sindacale.

Dopo l’ennesimo episodio dell’aggressione subita da una dottoressa il segretario dell’Anaao Sicilia, Antonino Palermo, e la segretaria aziendale del Vittorio Emanuele, Rosalia Silvana Latino, incontreranno lunedì, alle ore 15.00, il direttore generale facente funzione Giampiero Bonaccorsi. L’obiettivo, spiega una nota del sindacato, è “trovare soluzioni nell’immediato e porre fine a questa deplorevole e ormai reiterata situazione allarmante”. “Una condizione che va avanti da troppo tempo e soprattutto ingravescente per la quale, non è più possibile tergiversare ulteriormente”, sottolinea l’Anaao, aggiungendo che proseguirà “con le richieste di incontro al Prefetto di Catania Silvana Riccio, al sindaco Salvo Pogliese e all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza”.

Commenti

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  • salvatore 22 Luglio 2018

    la risposta giusta è “sciopero”, così anche gli utenti non violenti prenderebbero a cuore il problema. ma costa così tanto risolverlo?

  • Paolo 22 Luglio 2018

    E il Qustore di Catania che cosa conta di poter fare?

  • Valeria 22 Luglio 2018

    Pazzesco!
    Qst gente DEVE pagare con la galera e mai con i domiciliari.
    Solidarietà ai camici bianchi

  • Pino1° 22 Luglio 2018

    Una volta negli ambienti del pronto soccorso era strutturalmente presente la stanza del posto fisso di polizia, sapendo bene che se ci fosse stato un qualunque tipo di problema sarebbe stato li, che sarebbe successo. Prendere esempio da nosocomi e strutture territoriali più evolute non sarebbe male né un gran costo, visto quello che riesce a fare la regione sicilia con i suoi bilanci! Disporre un’agente di polizia con uno/due volontari ex carabinieri o FFAA, costerebbe poco ma darebbe una grande tranquillità al sistema P.S. se non si fa è probabile che ci siano motivi -ostativi- di altra matrice !!!!!
    Forse della direzione sanitaria! Forse, puo darsi, chissà…………..