Strasburgo, Berlusconi fiducioso. «Il Senato che mi fece fuori era una fossa di leoni»

22 Nov 2017 15:14 - di Giorgia Castelli

«In queste ore sono davvero sereno e soprattutto fiducioso. Mi aspetto che la Corte di Strasburgo accolga il mio ricorso. È un’attesa davvero lunga che è durata cinque anni». Silvio Berlusconi, il giorno dell’udienza a Strasburgo, è rimasto a Merano e sui social si è mostrato fiducioso sull’esito della sentenza. Si tratta della prima e unica udienza sul ricorso presentato alla Corte Ue dei diritti dell’uomo a settembre 2013 dal leader di Forza Italia contro la decadenza del suo mandato di senatore e la sua ineleggibilità, sancite in base alla legge Severino. Un’udienza affollata e veloce che si è già conclusa. La Corte si è riunita in camera di consiglio, ma per avere la decisione bisognerà attendere diversi mesi. La speranza di Berlusconi – su cui nessun elemento è arrivato dai giudici – è che la sentenza arrivi entro primavera, in tempo per un’eventuale candidatura alle Politiche.

Le domande dei giudici

Molte le domande che i giudici della Corte hanno posto al rappresente del governo italiano . Domande che per il legale dell’ex premier, Franco Coppi  «sono molto acute dalla Corte, alle quali è stata data risposta, ora aspettiamo la decisione con una qualche fiducia». I tempi per la sentenza «non sono brevissimi – ha aggiunto – noi avremmo tutto l’interesse a conoscere l’esito nel più breve tempo possibile ma non possiamo farci niente». E di rincalzo Niccolò Ghedini, avvocato storico del Cavaliere, ha detto: «Domande interessanti, che hanno toccato l’essenza delle questioni che avevamo sollevato».

Il governo italiano: «Nessuna scelta arbitraria»

Diritto rispettato «scrupolosamente». Il governo italiano si difende a Strasburgo nel corso dell’udienza alla Corte europea dei diritti dell’uomo e le parole sono di Giuliana Cinivini, rappresentante di un esecutivo, ha detto,  che «ha rispettato la Convenzione dei diritti dell’uomo, nessuna violazione può essergli attribuita». La decisione della decadenza da senatore e della sua ineleggibilità «non è stata arbitraria –  ha aggiunto Cinivini – è arrivata al termine di una procedura che ha rispettato tutti i diritti» di Berlusconi. La procedura seguita nel suo caso e quello di Augusto Minzolini «è stata esattamente la stessa, la differenza è che per il primo si tratta di una non validazione del risultato elettorale, per Minzolini si tratta di decadenza» da senatore, ha proseguito Civinini rispondendo alle domande della Corte di Strasburgo all’udienza a carico di Berlusconi. «Al Senato – ha aggiunto – c’è stata una discussione ampia e libera e bisogna sottolineare che molti anche nel Pd hanno votato contro la decadenza di Minzolini», per il quale «il Parlamento ha valutato che ci fossero dubbi sull’imparzialità del tribunale d’appello».

I legali del Cav: «Il Senato anfiteatro di gladiatori»

Parole che sono state contestate dai legali del leader di Forza Italia. Per l’avvocato Edward Fitzgerald, «la legge Severino è stata applicata a fatti contestati per gli anni 1995-1998, quindici prima che la legge fosse adottata». Berlusconi, ha aggiunto davanti alla Corte di Strasburgo, «è stato privato del suo seggio con un voto in un Senato composto a maggioranza da suoi avversari:  in cui una maggioranza di pollice versi o pollici in alto decidono se uno va su o giù».

 

 

 

 

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