Chiesa cattolica a rischio scisma: il cardinale Müller lancia l’allarme

28 Nov 2017 11:24 - di Corrado Vitale

Attorno a Papa Francesco s’è formato un “cerchio magico” di adulatori e di “bergogliani” intrasigenti che rischia di trascinare la Chiesa cattolica in uno scisma. L’allarme non viene da uno qualsiasi, ma dal cardinale Gehrard Müller, ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, rimosso senza tanti complimenti nel luglio scorso dal suo incarico. Müller è forse, scrive Massimo Franco sul Corriere della Sera , il più «rispettato teologo cattolico», ma tale circostanza non ha impedito ai suoi potenti nemici di metterlo bruscamente da parte.

Dal dissenso allo scisma

Proprio a una intervista curata da Franco l’alto prelato affida la sua denuncia. «C’è un fronte dei gruppi tradizionalisti, così come dei progressisti, che – avverte Müller – vorrebbe vedermi a capo di un movimento contro il Papa. Ma io non lo farò mai». Però il rischio di una deriva scismatica rimane egualmente. Le autorità della Chiesa devono ascoltare chi ha delle domande serie o dei reclami giusti, «non ignorarlo o, peggio, umiliarlo». Altrimenti? Altrimenti potranno essere dolori: «Senza volerlo, può aumentare il rischio di una lenta separazione che potrebbe sfociare in uno scisma di una parte del mondo cattolico, disorientato e deluso. La storia dello scisma protestante di Martin Lutero di cinquecento anni fa dovrebbe insegnarci soprattutto quali sbagli evitare».

Adulatori e delatori dentro la Chiesa

Parole dure, anzi durissime, se consideriamo l’alto profilo teologico ed ecclesiastico di chi le pronuncia. Lascia non poco riflettere il fatto che Müller metta da parte il tono normalmente felpato del linguaggio curiale. Il porporato non nasconde la sua delusione per lo stesso comportamento di Bergoglio in occasione del suo allontanamento dalla Congregazione di cui era prefetto. «Il Papa mi confidò: “Alcuni mi hanno detto anonimamente che lei è mio nemico” senza spiegare in qual punto». Di qui l’amaro commento: «Dopo quarant’anni al servizio della Chiesa, mi sono sentito dire questo: un’assurdità preparata da chiacchieroni che invece di instillare inquietudine nel Papa farebbero meglio a visitare uno strizzacervelli. Un vescovo cattolico e cardinale di Santa Romana Chiesa è per natura con il Santo Padre. Ma credo che, come diceva il teologo del Cinquecento, Melchior Cano, i veri amici non sono coloro che adulano il Papa ma quelli che lo aiutano con la verità e la competenza teologica ed umana. In tutte le organizzazioni del mondo i delatori di questa specie servono solo se stessi». Così Müller descrive inoltre gli “schieramenti” in campo all’interno della Chiesa: «Le tensioni nascono dalla contrapposizione tra un fronte tradizionalista estremista su alcuni siti web, e un fronte progressista ugualmente esagerato, che oggi cerca di accreditarsi come superpapista». Sono certo minoranze, ma «agguerrite».

Scalfari e il “cerchio magico” intorno a Bergoglio

Non è una situazione da prendere sottogamba: «Se passa la percezione di un’ingiustizia da parte della Curia romana, quasi per forza di inerzia si potrebbe mettere in moto una dinamica scismatica, difficile poi da recuperare». Per uscire da questa situazione ci vorrebbe «un dialogo chiaro e schietto». «Invece ho l’impressione che nel “cerchio magico” del Papa ci sia chi si preoccupa soprattutto di fare la spia su presunti avversari, così impedendo una discussione aperta ed equilibrata. Classificare tutti i cattolici secondo le categorie di “amico” o “nemico” del Papa, è il danno più grave che causano alla Chiesa». Questo “cerchio magico” sta creando situazioni davvero paradossali: così ad esempio come nel caso del grande credito accordato dai “bergogliani” doc a un personaggio come Eugenio Scalfari. «Uno rimane perplesso se un giornalista ben noto, da ateo si vanta di essere amico del Papa; e in parallelo un vescovo cattolico e cardinale come me viene diffamato come oppositore del Santo Padre. Non credo che queste persone possano impartirmi lezioni di teologia sul primato del Romano Pontefice».

La popolarità di Bergoglio non vuol dire ripresa della fede

I cattolici si devono, al dunque, guardare dalle illusioni ottiche e dagli elogi che possono arrivare dai tradizionali avversari culturali della religione. «Papa Francesco è molto popolare, e questo è un bene. Ma la gente non partecipa più ai Sacramenti. E la sua popolarità tra i non cattolici che lo citano con entusiasmo, non cambia purtroppo le loro false convinzioni. Emma Bonino, per esempio, loda il Papa ma resta ferma sulle sue posizioni in tema di aborto che il Papa condanna. Dobbiamo stare attenti a non confondere la grande popolarità di Francesco, che pure è un enorme patrimonio per il mondo cattolico, con una vera ripresa della fede: anche se tutti sosteniamo il Papa nella sua missione». Le parole di Müller fanno riemergere una vecchia, ma inossidabile (ancorché scomoda) verità: la Chiesa non può mai rinunciare a essere “scandalo” per il “mondo”, se è vero, come è vero, che il cristianesimo delle origini fu “scandalo” per la società dei pagani. Quando la Chiesa tende a sconcertare sempre meno il “mondo” vuole dire che la Chiesa stessa sta perdendo vigore e salute.

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