Mafia, Marino si indigna ma a Buzzi regalò il primo stipendio da sindaco…

4 Dic 2014 11:44 - di Redattore 92

Era il novembre del 1990 quando Salvatore Buzzi, uno dei protagonisti dell’inchiesta “Mafia Capitale”, faceva notizia sui giornali come testimonial della riuscita della Legge Gozzini. Era nell’aula della Pisana, il parlamentino della Regione Lazio, per perorare la mozione del Pci che impegnava il consiglio regionale al recupero civile e sociale degli ex detenuti. Buzzi era il perfetto testimonial: dopo una condanna per l’omicidio di una prostituta, era riuscito a costituire la cooperativa 29 giugno. Una cooperativa considerata il fiore all’occhiello della politica della sinistra romana.

Non a caso, l’uomo indicato dagli inquirenti come «il numero 2 della cupola affaristica che ha avvelanto Roma» era di casa nel Pci come oggi nel Partito democratico. E trovare qualcuno che non abbia avuto rapporti con lui è quasi impossibile. Prendete il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Alla fine della campagna elettorale contro Gianni Alemanno, oggi indagato proprio per i contatti con la lobby di Carminati e Buzzi, Marino aveva annunciato che il suo primo stipendio da sindaco sarebbe andato in beneficenza. Indovinate a chi? Marino scelse una proprio quella “cooperativa 29 giugno” di cui Buzzi è fondatore e presidente. «Il primo stipendio da sindaco, quello di giugno 2013, lo investirò tutto in obbligazioni della cooperativa 29 giugno – aveva annunciato Marino durante il suo tour sui mezzi pubblici della Capitale – per dare il segnale che bisogna ricostruire la comunità nella nostra città partendo dalle persone che sono rimaste più indietro». Il motivo della scelta? Buzzi si era schierato pubblicamente contro le politiche di Alemanno. «La cooperativa 29 giugno che si occupa dei più deboli – aveva aggiunto Marino  – ha denunciato con severità i tagli subiti dalla giunta Alemanno. Si trova in grande difficoltà e, mettendosi d’accordo con le banche, emetteranno delle obbligazioni per poter finanziare la propria attività».

La coop di Buzzi, che da quasi vent’anni ha in appalto anche la manutenzione del verde pubblico nelle periferie romane, li ha fatti sotto le amministrazioni di centrosinistra. Con Alemanno sindaco gli affari andavano meno bene da qui l’endorsement per Marino sindaco. Anche tirare in ballo la foto del ministro Poletti con Buzzi suona ipocrita, per gli uomi di Renzi perché la cooperativa 29 giugno è sempre piaciuta anche alla sinistra renziana. Sul sito della cooperativa spicca infatti in photogallery (oltre a diverse foto di Buzzi con Marino in visita alla coop) anche Simona Bonafè, una delle fedelissime del premier, in jeans e maglietta bianca mentre confabula con Buzzi all’inaugurazione di un cantiere. Matteo Renzi dopo aver commissariato il Pd romano, prenderà provvedimenti pure verso la sua eurodeputata?

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