
Il punto da Sharm el Sheik
Al via in Egitto i colloqui indiretti tra Hamas e Israele. Trump sollecita le parti: fate in fretta
Il primo contatto per discutere del piano di pace Trump è iniziato a Sharm el Sheik. I colloqui indiretti tra Israele e Hamas sono gestiti dai mediatori egiziani e qatarini. Molto poche le informazioni che trapelano, a conferma della delicatezza del momento.
Quel che è sicuro è che Washington punta ad un accordo questa settimana sulla sua proposta per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas. Ad annunciarlo è stato un alto funzionario americano citato dall’emittente israeliana Channel 12. Secondo la stessa fonte, l’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff e Jared Kushner non lasceranno l’Egitto senza un accordo, riferisce il Times of Israel.
“Il presidente vuole il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza, l’amministrazione sta lavorando duro per far andare avanti le cose il più velocemente possibile, ora sono in corso colloqui tecnici” in Egitto: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ribadendo che “vogliamo procedere molto velocemente”.
Il piano di pace di Trump in 20 punti
Donald Trump, scrivendo sui social media, ha esortato tutti coloro che sono coinvolti negli sforzi per porre fine alla guerra di Gaza a “muoversi velocemente” e dice che gli è stato detto che la prima fase del piano di pace – che include il rilascio degli ostaggi – “dovrebbe essere completata questa settimana”.
Il piano in 20 punti, che è stato concordato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, propone la fine immediata dei combattimenti e il rilascio di 48 ostaggi, solo 20 dei quali si ritiene siano vivi, in cambio di centinaia di abitanti di Gaza detenuti.
Mentre a Gaza piovono ancora bombe, l’Idf spiega di aver colpito diverse cellule di terroristi pronte ad attaccare le truppe. Il premier Benyamin Netanyau ha inviato un team di medio livello, composto dal vicedirettore del Mossad, il vice dello Shin Bet, il coordinatore per gli ostaggi Gal Hirsch, il generale Nitzan Alon, il consigliere molto vicino al primo ministro Ophir Falk, il capo del Cogat (l’autorità dei Territori) Rassan Alian, e diversi ufficiali dell’Idf. Per la parte di Hamas non è chiaro se il capo negoziatore Khalil al-Hayya, che lunedì mattina era al Cairo, abbia già raggiunto la località turistica egiziana dove si tiene l’incontro.
Dal tavolo mancano i big del negoziato
Dal tavolo mancano i big del negoziato: l’inviato speciale Usa Steve Witkoff, il consigliere e genero di Trump Jared Kushner dovrebbero raggiungere Sharm nei prossimi giorni. Così come Ron Dermer, che guida la squadra israeliana e il capo del Mossad David Barnea. I quattro, secondo indiscrezioni, si metteranno in viaggio dopo i primi giorni di colloqui, quando le ‘questioni tecniche’ saranno state superate. Il capo dell’intelligence egiziana supervisionerà i colloqui e un incontro per finalizzare l’accordo dovrebbe tenersi entro la fine di questa settimana.
Un funzionario di Hamas che ha parlato con Al Araby Al Jadeed ha affermato che l’organizzazione ha detto ai mediatori di essere disposta a prendere le distanze dal gruppo di Gaza. Ma su questa circostanza cruciale non c’è alcuna conferma. Un funzionario statunitense ha dichiarato a Sky news Arabia che la priorità è il rilascio degli ostaggi: “Ci sono molti dettagli su cui bisogna lavorare, ma la priorità è la liberazione dei rapiti, perché questo darebbe un impulso per proseguire con gli altri punti del piano”.