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L’Istat ha rilasciato le stime sul Pil del secondo trimestre 2025

I dati sul secondo trimestre

Pil, l’Istat stima una lieve flessione. Il mondo produttivo: «Fisiologica, la visione resta positiva». Solo a sinistra vedono catastrofi

La valutazione preliminare dell'Istituto parla di un calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, ma di una crescita dello 0,4% su base annua. Il Pd agita l'ombra della recessione e i pentastellati sfidano il ridicolo: «L'economia italiana viene schiaffata nei bassifondi mondiali». Gli Uffici studi di Unimpresa e Confcommercio, però, dicono tutt'altro

Economia - di Sveva Ferri - 30 Luglio 2025 alle 15:57

Nel secondo trimestre 2025 il Pil italiano risulta in crescita dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e tiene rispetto al trimestre precedente, registrando una lieve flessione su base trimestrale che si attesta allo 0,1%. È quanto emerge dalla stima preliminare rilasciata dall’Istat.

Le stime Istat sul secondo trimestre 2025

L’Istituto ha precisato che il secondo trimestre 2025 ha avuto una giornata lavorativa in meno sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto al secondo trimestre del 2024 e ha indicato nello 0,5% la crescita dell’economia italiana acquisita per il 2025. Le ultime previsioni ufficiali del governo, contenute nel Dfp, (il Documento di finanza pubblica, ndr), indicano per quest’anno un aumento del Pil dello 0,6%. Dunque, molto vicine a queste stime.

A sinistra gara tra chi la spara più grossa

Puntuali da sinistra si sono levate voci catastrofiste e di accusa al governo, ma con toni e argomenti che svelano una propaganda maldestra. Anche perché a smentirli ci sono i commenti del mondo produttivo. Secondo il senatore e responsabile Economia del Pd, Antonio Misiani, che ha evocato anche lo spettro della recessione, le stime Istat confermerebbero «un peggioramento significativo del quadro economico italiano e sbugiardano la propaganda della destra». Per la collega deputata e capogruppo dem alla Camera, Sonia Braga, poi «l’economia italiana arranca perché non c’è visione, né una strategia solida di sviluppo». In una nota congiunta dei parlamentari M5S delle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato si legge poi che «con Meloni l’economia italiana viene schiaffata nei bassifondi mondiali».

Come leggere la lieve flessione congiunturale stimata dall’Istat

La deputata di FdI, Elisabetta Gardini, ha ricordato però che, invece, «i dati Istat confermano una tendenza solida e positiva per la nostra economia: la crescita acquisita del Pil per il 2025 ha già raggiunto lo 0,5%, a un passo dall’obiettivo annuale dello 0,6% indicato nel Dfp». «La crescita tendenziale dello 0,7% nel primo trimestre e dello 0,4% nel secondo confermano una dinamica positiva, nonostante un contesto internazionale complesso», ha aggiunto, spiegando che «la lieve flessione congiunturale registrata nel secondo trimestre va letta alla luce della performance particolarmente robusta dei mesi precedenti». Ma a smentire «ancora una volta le cassandre della sinistra», come le ha definite la senatrice di FdI Simona Petrucci, è prima di tutto il mondo produttivo.

Unimpresa: «Non un segnale di allarme, ma di assestamento dell’economia: le fondamenta restano solide»

L’analisi del Centro studi di Unimpresa spiega che «la lieve contrazione del Pil italiano nel secondo trimestre non va letta come un segnale d’allarme, ma come un rallentamento fisiologico in una fase di assestamento dell’economia» e «il calo congiunturale dello 0,1%, certificato oggi dall’Istat, riflette la debolezza della domanda interna e un parziale affaticamento dell’export, in un quadro internazionale ancora incerto per la vicenda dei dazi, avviata a risoluzione solo pochi giorni fa con l’accordo sul 15%».

«Le fondamenta restano solide, il mercato del lavoro tiene, la politica monetaria si prepara a diventare più espansiva e il rallentamento globale colpisce anche i nostri partner commerciali», ha commentato il consigliere nazionale di Unimpresa, Manlio La Duca, sottolineando che «la vera sfida per i prossimi mesi sarà stimolare la domanda interna con misure efficaci, evitare l’irrigidimento fiscale e sostenere la fiducia d’imprese e famiglie. Una manovra economica mirata potrebbe trasformare questo passaggio delicato in un’opportunità per consolidare una crescita più equilibrata e duratura».

Confcommercio conferma la «visione moderatamente positiva per la seconda parte dell’anno»

Anche l’Ufficio studi di Confcommercio ha sottolineato che i «fondamentali dell’economia italiana» sono buoni, confermando «una visione moderatamente positiva» per la seconda parte dell’anno. Quanto alla stima preliminare dell’Istat per il secondo trimestre dell’anno, Confcommercio ha chiarito che «è ben al di sotto delle nostre attese». «Troppo brutta per essere vera, si potrebbe azzardare, atteso che – ha chiarito l’organizzazione – i dati della bilancia commerciale non appaiono talmente negativi da supportare la suggestione che sia stata la componente estera netta a contrarre l’attività economica».

«Dati i buoni fondamentali dell’economia italiana, tanto in termini di reddito disponibile reale crescente, quanto di inflazione sotto controllo e di occupazione ai massimi, confermiamo – ha chiarito Confcommercio – una visione moderatamente positiva per la seconda parte dell’anno, contando anche sul fatto che i nostri produttori ed esportatori sapranno gestire al meglio la difficile sfida dei dazi».

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di Sveva Ferri - 30 Luglio 2025