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Trump: “I colloqui sui dazi con l’Ue non portano a nulla, dal 1° giugno tariffe al 50%”

Col fiato sospeso

«Dazi al 50% dal 1° giugno, i colloqui con l’Ue non portano a niente»: Trump lancia la “bomba”. Minaccia o scossone?

Il post del presidente arriva poche ore prima della telefonata tra il commissario Ue e il rappresentante Usa al Commercio. A Bruxelles giudizi sospesi in attesa dell'esito. Tajani: «Ho parlato con Sefcovic, gli ho ribadito che la nostra linea è che quella dell'accordo con l'obiettivo 0 dazi»

Esteri - di Sveva Ferri - 23 Maggio 2025 alle 16:41

Doccia fredda o scossone? Donald Trump su Truth ha postato un messaggio di fuoco sui dazi: «È molto difficile trattare con l’Unione europea, che è stata formata con l’intento primario di approfittarsi degli Stati Uniti sul commercio». «Le nostre conversazioni con loro non stanno portando da nessuna parte. Quindi io raccomando di andare direttamente a dazi del 50% a partire dal primo giugno 2025», ha scritto il presidente americano, lasciando intendere una volontà di fare marcia indietro rispetto alla pausa di 90 giorni dell’applicazione dei dazi per favorire i negoziati, annunciata il 9 aprile scorso.

Trump: «Dal 1° giugno dazi al 50%, i colloqui con l’Ue non portano a nulla»

Nel post Trump si è scagliato contro «le potenti barriere commerciali» della Ue, «le loro imposte Iva, le penalizzazioni ridicole per le corporation, le barriere commerciali non monetarie, le manipolazioni monetarie, le cause ingiuste e ingiustificate contro società americane». A leggerla così, dunque, l’uscita ha tutto il sapore della doccia fredda, dopo la boccata di ossigeno della “tregua” che aveva dato respiro ai negoziati.

L’attesa telefonata tra Sefcovic e Greer

Epperò, come sempre in politica, non si può prescindere dai contesti. E il contesto, in questo caso, è una telefonata già programmata tra il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic e il rappresentante degli Usa al Commercio Jamieson Greer, prevista nel tardo pomeriggio di oggi. Un contesto ancora più ampio è, poi, quello del modus operandi di Trump, ormai acquisito come prassi consolidata: quell’attitudine a mettere sotto pressione la controparte nel modo più caricato possibile in vista delle negoziazioni. E, anche, quell’insofferenza dell’uomo formato negli affari per le lungaggini che trova ingiustificate. E che, nel caso specifico, si misurano nella distanza che esiste tra gli Usa degli ordini esecutivi e l’Ue delle consultazioni e delle mediazioni a più livelli istituzionali.

Bruxelles resta in attesa. Tajani: «L’Italia è per l’obiettivo dazi zero»

Se quel post sia una effettiva volontà di far saltare l’abbozzo di tavolo che esiste o di portarlo a un livello pienamente operativo è presto per dirlo. Un’indicazione potrebbe però arrivare proprio dalla telefonata tra Sefcovic e Greer. Secondo quanto trapelato, la stessa Commissione starebbe aspettando quel passaggio per cercare di chiarirsi le idee sulle intenzioni del presidente Usa ed eventuali reazioni o commenti sono rimandati a dopo il colloquio. Anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha chiarito che per commentare «aspettiamo i colloqui del commissario Sefcovic con gli interlocutori statunitensi». Tajani, in missione a Città del Messico, ha spiegato di aver avuto «una lunga telefonata» con il commissario Ue al Commercio, affrontando «anche di contenuti, di quelli che è la nostra linea è che quella di arrivare a un accordo. Nessuna guerra commerciale e l’obiettivo è sempre quello 0 dazi».

Bessent: «Spero che il post di Trump spinga la Ue a darsi una mossa»

Una indicazione su come interpretare le parole di Trump, però, nel frattempo è arrivata dal segretario al Tesoro Scott Bessent: «Spero che questo spinga la Ue a darsi una mossa», ha detto intervistato da Fox News. Bessent ha spiegato che il presidente pensa che le proposte di accordo commerciale dell’Unione Europea «non sono state della stessa qualità» di quelle che sono state avanzate da altri partner commerciali. «La pausa di 90 giorni dei dazi del 2 aprile era basata sul fatto che Paesi o blocchi commerciali venivano da noi per negoziare in buona fede».

Dopo il post di Trump sui dazi crollo delle borse europee e di Wall Street

Decisamente negativa, intanto, la reazione delle borse: le europee sono affondate, con Milano che ha registrato un calo dello 3,07%, Parigi del 2,73% e Francoforte che cede il 2,54%. Unica a resistere è Londra, che limita le perdite a quota -1,20%, giovandosi evidentemente dell’accordo già stretto con gli Usa sul tema dei dazi. Male anche Wall Street, che ha registrato oltre al messaggio sui dazi anche quello che Trump ha mandato ad Apple. «Da tempo ho informato Tim Cook di Apple che mi aspetto che gli iPhone che vengono venduti negli Usa siano prodotti e costruiti negli Stati Uniti e non in India o in qualsiasi altro Paese», ha scritto il presidente Usa, aggiungendo che «altrimenti, una tariffa di almeno il 25%» deve essere pagata da Apple agli Usa. L’indice Dow Jones avvia gli scambi con una flessione dell’1,10% scivolando a 41.399 punti; il Nasdaq, l’indice dei titoli tecnologici, appare più pesante e cede l’1,67% segnando 18.609 punti.

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di Sveva Ferri - 23 Maggio 2025