
“Vietato il dissenso”, lo ordina la sindaca di Cinisi in vista del carnevale. I cittadini: è dittatura
Vietato il dissenso. E non è un’interpretazione ma una regola ferrea messa nera su bianco in un bando comunale Succede a Cinisi, piccolo comune del Palermitano, il paese che fu di Peppino Impastato, dove la sindaca, Vera Abbate, in vista del Carnevale, ha impedito (preventivamente) qualsiasi forma di protesta. “È fatto assoluto divieto di assumere forme di protesta non conformi allo spirito festoso del Carnevale di Cinisi”, si legge nella postilla 11 del bando comunale in vista della preparazione dei bandi allegorici in maschera. “Vietato manifestare e/o fare dichiarazioni ingiuriose e offensive. O assumere comportamenti di dissenso in relazione all’operato del Comune, dei suoi collaboratori, del soggetto gestore o degli altri partecipanti”.
A Cinisi (Palermo) il sindaco vieta il dissenso per ‘legge’
Un avvertimento non proprio ispirato alla democrazia e alla libertà di espressione che non è piaciuto ai cittadini e a molti rappresentanti delle associazioni che da anni realizzano i carri allegorici. Che poi sfilano in centro attirando migliaia di persone da tutta la Sicilia. L’ex assessore comunale di Cinisi Salvo Biundo parla di “dittatura”. Non vorrebbe crederci: “Impossibile, è un fake, non ci credo. Come può un’amministrazione comunale pubblicare un bando di gara con certe fregnacce?”, dice. Ancora più infuriato Filippo Mannino, dell’associazione carnevalesca ‘La Maschera’. “Ma perché un avviso pleonastico, lesivo e privo di originalità? Emerge il mancato rispetto e le tutela verso le maestranze cinisensi”. La associazioni voglio andare fino in fondo.
Cittadini e associazioni in rivolta: questa è dittatura
“È un bando vessatorio – dice Mannino all’Adnkronos – lo trovo irriverente nei confronti delle maestranze che hanno avuto la capacità di trasformare dei beni confiscati alla mafia in laboratori socioculturali e centri di aggregazione sociale”. Un bello scivolone per la sindaca di sinistra, eletta sotto le insegne di una lista civica vicina al Pd. “Io da ex amministratore non ho mai fatto un bando del genere – spiega ancora Biundo – L’articolo 11 lascia basiti. E non a me, ma alla popolazione di Cinisi. Sembra di essere in dittatura, dove nessuno si può lamentare e non si può contraddire né criticare l’operato del Comune. Dittatura. La cosa brutta è che è un bando pubblicato sul sito di Comune. Da 30 anni questi ragazzi lavorano ai carri e sono diventati maestri di cartapesta, hanno investito soldi in tir, motori, carrelloni, ferro e tutte le strutture che servono. Fanno un bando pubblico come se venisse un carrista di Viareggio. L’ho trovato un aut aut, o fate così o niente”.
La sindaca: nessuna limitazione alla libertà di espressione
Dopo il polverone la sindaca via social precisa che “ta𝐥𝐞 𝐜𝐥𝐚𝐮𝐬𝐨𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐡𝐚 𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐨 𝐥𝐚 𝐜𝐫𝐞𝐚𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐧𝐭𝐢. L’articolo 11- chiare Vera Abate – mira esclusivamente alla 𝐭𝐮𝐭𝐞𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐢𝐧𝐢𝐬𝐢 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞, evitando che i manufatti presentati possano risultare offensivi o ingiuriosi nei confronti del Comune stesso. L𝐚 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐬𝐚𝐭𝐢𝐫𝐚 𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐞̀ 𝐩𝐢𝐞𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐠𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚. Tuttavia, è necessario distinguere tra espressione creativa e comportamenti o dichiarazioni che possano arrecare danno all’immagine del Comune