Un francobollo per Sergio Ramelli, vittima della violenza rossa. Ma i partigiani protestano…

28 Nov 2024 16:28 - di Leo Malaspina

Sergio Ramelli fu ucciso a Milano nel 1975 a 18 anni a colpi di chiave inglese, perché di destra, dai compagni della sinistra rivoluzionaria di Avanguardia operaia. Un vile agguato in anni di forte contrapposizione e scontro politico, un evento “spartiacque” di quegli terribili Anni di piombo che favorì la diffusione della lotta armata tra “nemici”. Una morte che su impulso del ministro Urso le Poste Italiane hanno deciso di ricordare con l’emissione di un francobollo che sarà stampato il 29 aprile 2025, a 50 anni dalla scomparsa di Sergio Ramelli. Lo riporta il programma di emissione di carte e valori postali del ministero delle Imprese aggiornato al 25 novembre, nel quale compare un elenco dei 71 francobolli tra cui sono presenti altre celebrazioni care al governo di destra, come il ‘Piano Mattei’, ma anche eventi e simboli storici bipartisan, come il francobollo dedicato “alla liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista”, la celebrazione della patigiana Maria Lisa Cinciari Rodano e della ausiliaria della Repubblica di Salò Marilena Grill. Il problema è che a sinistra equiparare i morti, o gli eroi, a quelli della destra, viene considerato un oltraggio alla storia. Alla storia scritta dalla sinistra.

Il francobollo per Ramelli contestato dall’Anpi

Ma è la scelta di Ramelli che scatena le ire dei partigiani dell’Anpi, con Gianfranco Pagliarulo che parla di “parificazione postale, il cui senso politico è chiarissimo”. “Quest’anno è stato emesso un francobollo in memoria di Italo Folchi, violento squadrista che elogiò l’assassinio di Giacomo Matteotti. Nulla sul 50° delle stragi fasciste di piazza della Loggia e del treno Italicus. Poi magari nel 2025 ci sarà pure un francobollo che ricorda un antifascista, così fanno la parificazione. È un disegno evidente di riscrittura della storia”, attacca Pagliarulo. Come sempre, la grancassa è quella di “Repubblica“, che confonde i presunti “nostalgismi” con i ricordi veri, quelli sì, delle vittime di una violenza che era anche e soprattutto rossa.

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