Giacomo Bozzoli, la fuga continua: potrebbe essere in Spagna. “Ha avuto 9 anni per organizzarsi…”

5 Lug 2024 9:36 - di Redazione

La fuga continua, con pochissime tracce di Giacomo Bozzoli, condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio. Secondo il Corriere della Sera c’è una registrazione con il suo nome e cognome in un albergo spagnolo, la sera del 30 giugno, dove Bozzoli, la sua compagna e suo figlio sarebbero arrivati come turisti. I due adulti avrebbero dato alla reception i loro documenti e gli investigatori sarebbero convinti che siano arrivati fin lì con la Maserati Levante dell’uomo, anche se il passaggio dell’auto non è stato rilevato. Di sicuro, Mìmentre i giudici leggevano il verdetto, Bozzoli era già scomparso da otto giorni. La coppia aveva detto che sarebbe andata in vacanza in Francia al padre di lei, il gallerista d’arte Daniele Colossi il quale lo ha detto ai carabinieri che sono andati a cercare il condannato dopo la sentenza, non avendolo trovato a casa. Dalla Francia i tre sarebbero usciti in direzione “della Penisola Iberica”, secondo fonti investigative. La traccia si ferma lì, a quel 30 giugno. Dal primo luglio, cioè dal giorno della sentenza in poi, più niente.

Giacomo Bozzoli scomparso nel nulla: ricerche in Spagna

Nella villa di Soiano del Lago (Brescia) i carabinieri hanno sequestrato dispositivi informatici riconducibili alla coppia, così come sono stati sequestrati anche i cellulari ai parenti più stretti di Giacomo Bozzoli e al suocero, padre della compagna dell’uomo in fuga. “La fuga? Ha avuto nove anni per pensarla” ha commentato a Pomeriggio Cinque Andrea Ronchini, lo zio paterno del latitante, cognato di Adelio – padre di Giacomo – e Mario, la vittima. Secondo gli ultimi accertamenti “validati da risultanze investigative”, Giacomo Bozzoli potrebbe trovarsi all’estero. Così come già inserito nel decreto di latitanza firmato dal presidente della prima sezione penale Roberto Spanó che aveva messo nero su bianco le dichiarazioni fornite da Daniele Colossi, suocero di Bozzoli ai carabinieri (“Sono in vacanza in una zona imprecisata della Francia”). Lo stesso Colossi oggi attraverso il suo legale ha lanciato un vero e proprio appello. “Questa vicenda mi sta distruggendo. Mi auguro che il compagno di mia figlia si costituisca al più presto per il bene suo ma soprattutto per quello di mia figlia e del mio nipotino”. Daniele Colossi, proprietario di una galleria d’arte in centro città a Brescia ha aggiunto: “Per quanto mi riguarda posso solo dire che nella vita ho sempre lavorato onestamente e rispettando la legge. Per questa ragione mi sono messo subito a disposizione degli inquirenti perché credo che questa sia la cosa migliore per tutti. Spero che la vicenda si concluda il prima possibile”.

La fuga che nessuno aveva previsto

Le polemiche sulla fuga intanto non si placano e fonti interne all’Arma confermano che le forze di polizia di Brescia non hanno avuto dall’autorità giudiziaria “nessuna prescrizione di controllo” e Giacomo Bozzoli non era sottoposto ad alcuna misura di carattere cautelare “nemmeno nella forma dell’obbligo di dimora o di firma”. La ex Jessica Gambarini quando venne sentita nel processo di primo grado – ma in precedenza anche in un incidente probatorio – riferì che Giacomo le aveva svelato un piano. Anche in quel caso c’entrava un’auto e un passaggio davanti alle telecamere. “Lui – riferii a verbale la donna nell’udienza del 17 novembre 2021- mi ha sempre detto che io avrei dovuto prendere la sua macchina, all’epoca la Mercedes ML, transitare in autostrada e andare a dormire a casa mia, mentre lui doveva…a detta sua aspettare lo zio fuori casa”. Un piano che ricorda molto la fuga del 23 giugno scorso quando la vettura intestata a Giacomo tra le 5.51 e le 6.03 passa sotto tre portali stradali sulla sponda bresciana del Garda. Era lui alla guida o è stato un depistaggio come quello riferito alla ex compagna nel fantomatico piano omicida dello zio?

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