Simba La Rue condannato in appello a 3 anni e nove mesi per la lite fra trapper

17 Giu 2024 18:27 - di Giulio Fioretti
Simba

La Corte d’Appello di Milano ha lievemente ridotto, da 4 anni a 3 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione, la condanna per il trapper 22enne Mohamed Lamine Saida, detto Simba La Rue, per il caso della cosiddetta “faida fra trapper”.

I giudici della terza  sezione penale hanno anche lievemente ridotto le condanne per altri due imputati (6 anni e 4 mesi la pena più alta) e confermato le altre sempre per componenti, tra cui una ragazza, della “crew” del cantante, amico anche del noto Baby Gang, non imputato in questo processo.

La lite dei trapper del 2022

Al centro del procedimento c’erano le accuse di lesioni e rapina per un’aggressione del primo marzo 2022 in via Settala, a Milano, commessa dal gruppo “per sfregio e punizione” per “mortificare” la vittima, un giovane che faceva parte di un gruppo rivale, quello del trapper padovano Baby Touché. E le lesioni ai danni proprio di Touché, il quale, però, ha deciso, poi, di non sporgere denuncia contro gli imputati e dunque era già caduta in primo grado anche l’altra accusa per quel fatto, ovvero il sequestro di persona del 9 giugno 2022. Quella di Touché, secondo la pm Francesca Crupi, titolare delle indagini di polizia e carabinieri, era stata una “reticenza per una logica di banda”. In appello il sostituto pg Massimo Gaballo e le difese (tra i legali Niccolò Vecchioni) avevano raggiunto un accordo per pene sotto i 12 mesi, anche per Simba. Per il pg, infatti, doveva cadere l’accusa di rapina, ma la Corte aveva già bocciato il concordato, una sorta di patteggiamento in secondo grado.

L’avvocato di Simba: “Faremo ricorso in Cassazione”

“La proposta di concordato con la procura generale prevedeva l’assoluzione dal reato di rapina e una riduzione della pena” per l’accusa di lesioni a 10 mesi. Con la sentenza di oggi hanno ritenuto di confermare la responsabilità per la rapina e di non ratificare l’accordo raggiunta con la procura generale. Una sentenza che ci lascia perplessi perché va contro le richieste delle difese e anche della pubblica accusa. Ricorreremo in Cassazione”. Così Niccoló Vecchioni, legale di Simba.

 

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