Pesca, Lollobrigida firma il decreto di fermo per il 2024: “Un sostegno forte al settore”
Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha firmato il decreto sul fermo Pesca obbligatorio 2024, che consente maggiore flessibilità e più libertà per i pescatori. «Il decreto – sottolinea il ministro – si basa su un cambio di paradigma rispetto ai fermi degli anni passati. Vogliamo dare la possibilità alle imprese di pesca italiane di poter scegliere quando pescare e quando no, ribaltando quindi l’impianto assunto negli ultimi anni. L’obiettivo del Governo Meloni è chiaro: uscire dalla dicotomia Pesca contro ambiente e costruire un futuro sostenibile per il comparto ittico».
Il Ministro:” Continueremo a difendere la Pesca italiana in Europa”
«La nuova impostazione del fermo pesca obbligatoria 2024, – aggiunge Lollobrigida – è lo specchio di quanto il governo ha fatto in Europa per il settore, un primo passo con il quale si è voluto incontro andare alle imprese di Pesca italiane. Ora auspichiamo che la nuova Commissione europea possa rivedere le portate politiche avanti in questi anni, che non hanno fatto altro che danneggiare un asset fondamentale della nostra Nazione. L’Italia non si è mai tirata indietro. Lo scorso dicembre al Consiglio Agricoltura e Pesca abbiamo detto no all’ulteriore riduzione delle possibilità di pesca e in linea con quanto fatto fino ad ora continueremo a lavorare in Europa per difendere i nostri pescatori, le nostre marinerie e il nostro modello economico».
Gli ostacoli del Green Deal e la difesa di Lollobrigida
Nei mesi scorsi il ministro Lollobrigida aveva duramente criticato la politica del Green Deal portata avanti dai verdi in Europa citando dati agghiaccianti sulle conseguenze per i nostri pescatori: «-40% delle marinerie italiane negli ultimi 30 anni, concorrenza sleale dai Paesi che, sull’altra sponda del Mediterraneo, continuano a far operare i propri pescatori praticamente senza vincoli e regole di rispetto ambientale e del diritto dei lavoratori o, per lo meno, con regole nemmeno paragonabili a quelle europee», aveva detto il titolare dell’Agricoltura.
Il settore della Pesca ha dovuto subire in questi decenni sia l’assalto della concorrenza sleale sul Mediterraneo, sia le politiche restrittive imposte da Bruxelles che hanno causato ingenti danni a un segmento tradizionale della nostra economia.