Lollobrigida scuote l’Europa sulla pesca: “Basta politiche pseudo-green a danno dei pescatori” (video)

25 Mar 2024 18:58 - di Giovanni Pasero
Lollobrigida, pesca

«È evidente che le scelte europee in materia di pesca negli ultimi anni hanno sempre avvantaggiato e tutelato il modello nordeuropeo e penalizzato il modello mediterraneo e italiano». A dirlo il ministro delle risorse agricole e della pesca, Francesco Lollobrigida, rivolgendosi al commissario e agli altri ministri dell’Unione europea con competenza sulla pesca riuniti a Bruges per una riunione informale del Consiglio “Agrifish”.

Nel suo intervento, Lollobrigida mette a nudo tutte le contraddizioni di decenni di politiche pseudo “ambientaliste”. Cita, dati alla mano, i risultati: -40% delle marinerie italiane negli ultimi 30 anni, concorrenza sleale dai Paesi che, sull’altra sponda del Mediterraneo, continuano a far operare i propri pescatori praticamente senza vincoli e regole di rispetto ambientale e del diritto dei lavoratori o, per lo meno, con regole nemmeno paragonabili a quelle europee.

Una posizione fortemente critica ribadita anche in un post sui social. «Parlano tutti di Europa ma molti non ricordano perché sei Nazioni, tra cui la nostra Italia, scelsero di darsi un’organizzazione politica. In Italia tentarono di impedirlo le sinistre votando contro quei trattati (loro preferivano l’Unione sovietica, è noto…). In sintesi, gli obiettivi erano più pace e rafforzamento economico».

Lollobrigida: “Dalle sinistre in Europa una folle visione ideologica”

«Oggi – prosegue il post di Lollobrigida – abbiamo la guerra alle porte e un progressivo impoverimento dei paesi Ue che furono fondatori di quel consesso. Le sinistre hanno tentato di piegare alla loro folle visione ideologica quella che doveva essere una pragmatica strategia di sviluppo e consolidamento dell’Europa. I risultati – conclude il minisro – sono davanti agli occhi di tutti. Imprese piegate a regole, spesso insensate, che non valgono per i loro concorrenti dei Paesi terzi. Tendenza alla drammatica riduzione di settori strategici come agricoltura e pesca».

 

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