Risolto il giallo sull’interrogatorio di Spinelli jr. Dopo il confronto dal gip, tutti concordi: dice “leciti”. Ecco l’audio

28 Mag 2024 15:04 - di Agnese Russo
spinelli jr

Finanziamenti “leciti” o “illeciti”? È bastato riascoltare l’audio per mettere fine al “giallo” sull’interrogatorio di Roberto Spinelli, figlio di Aldo, l’imprenditore al centro dell’inchiesta di Genova nell’ambito della quale il governatore Giovanni Toti è stato messo ai domiciliari. Spinelli jr aveva detto che i finanziamenti erogati a Toti erano “leciti”, come ha sempre rivendicato, e non “illeciti” come invece trascritto nel verbale, con una frase che sarebbe stata la “pistola fumante” per inchiodare il governatore.

Il confronto dal gip: tutti concordi sul fatto che Spinelli jr disse “leciti”

Il nodo è stato sciolto ieri, nel corso del confronto nell’ufficio del Gip Paola Faggioni al quale hanno preso parte il pm Luca Monteverde e lo stesso Spinelli, insieme al suo avvocato Sandro Vaccaro. Ascoltando l’audio si sono trovati tutti concordi sul fatto che l’imprenditore avesse davvero detto “leciti” e la trascrizione è stata corretta. “Una tempesta in un bicchier d’acqua”, ha commentato il legale di Spinelli, chiudendo un caso che, al di là dell’esito, lascia un tantino spiazzati. Come si può verificare un errore del genere? E cosa sarebbe successo, infatti, se l’avvocato non si fosse tempestivamente reso conto dell’errore, inoltrando immediatamente la segnalazione a gip e pm?

L’avvocato: “Una tempesta in un bicchier d’acqua”

L’audio, che sta circolando sui media, è un tantino sporco, ma non incomprensibile. Ma per venire a capo della questione, che è all’inizio è valsa alcuni titoloni sulla notizia “bomba” e poi ha tenuto comprensibilmente banco per giorni, il pm avrebbe voluto una perizia. La gip ha invece optato per l’udienza di comparizione di ieri. “La trascrizione è opera di una macchina, un software, che traduce in automatico le audizioni. Quando le parole non vengano scandite bene può scapparci l’errore”, ha spiegato l’avvocato di Spinelli. Epperò qualche strascico rimane: “Come fidarci di giudici che scambiano lecito per illecito?”, si chiede oggi in un editoriale il direttore de La Verità Maurizio Belpietro.

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