L’interrogatorio di Spinelli, il figlio Roberto: “Mio padre impossibile da gestire, abbiamo pensato di farlo interdire”

17 Mag 2024 17:49 - di Redazione

“Io voglio parlare, non me ne frega niente”. Inizia così l’interrogatorio davanti al Gip di Aldo Spinelli, l’imprenditore ai domiciliari nell’inchiesta per corruzione della procura di Genova che ha portato all’arresto anche del presidente della Liguria Giovanni Toti. Una presa di posizione netta nonostante il suo avvocato poco prima lo invitasse ad avvalersi della facoltà di non rispondere anche per via della glicemia molto alta. “Ma non vuol dire – dice Spinelli riferendosi proprio alla glicemia – io voglio parlare…non me ne frega niente…la posso misurare anche davanti a voi, però è scesa”.

Poco dopo l’imprenditore, come scrivono alcuni giornali, si lancia in un altro discorso che poco c’entra con l’interrogatorio. Il giudice chiede infatti dove e quando è nato e lui risponde: “il 4 gennaio del 1940 però mi sento dell’80, non del ’40”. Un quarantenne e non un’ottantaquattrenne insomma, che è un fiume in piena tanto che la giudice gli ricorda: “guardi, qui siamo in sede di interrogatorio e quindi se lei decide di rispondere deve rispondere alle domande che le vengono fatte e io ora non le ho fatto ancora nessuna domanda”. E poco più avanti lo riprende di nuovo, quando Spinelli la chiama “signorina”. “Guardi – risponde la gip Faggioni – io non mi chiamo ‘signorina’, se vuole mi chiami dottoressa perché sono un giudice”.

Il figlio Roberto a sua volta afferma: “Non era mio padre che chiamava Toti, ma Toti che chiamava mio padre. Toti faceva le sceneggiate per chiedere i finanziamenti”. E aggiunge: “Mio padre era impossibile da gestire, più volte abbiamo pensato di mettergli l’amministratore di sostegno” tanto che i suoi legali hanno chiesto allo psichiatra Marco Lagazzi di svolgere alcuni accertamenti sulla salute psicofisica dell’84enne ‘zar’ del porto.

Sentito il 13 maggio dal gip di Genova Paola Faggioni, Spinelli jr – colpito dall’interdizione a svolgere l’attività professionale – ribadisce le presunte ‘pressioni’ del presidente della Regione Liguria in vista delle elezioni. “Io di Toti non ho neppure il numero di cellulare, il governatore, invece, lo chiamava spesso…non è che mio padre si sveglia e chiama Toti” aggiunge, ma rimarca anche l’assenza di un vero intervento risolutivo da parte del governatore: “Toti faceva la sceneggiata di cose impossibili”. Quanto ai finanziamenti, “Mio padre non riusciva a capire che non si poteva fare”, e comunque era “Toti che lo chiamava” quando c’erano “situazioni elettorali o delle cene”. Dei soldi Spinelli jr non ne voleva sapere perché “non volevo finire più sui giornali” e perché da anni “gli ho intimato di non far più finanziamenti”.

Il legale di Giovanni Toti, Stefano Savi, intanto afferma:  “Noi siamo consapevoli degli impegni della procura, non solleviamo alcuna questione, restiamo a disposizione per essere sentiti”. Allo stato, precisa il legale sulle azioni della difesa, “non è prevista l’intenzione di depositare nessuna memoria difensiva, rimaniamo a disposizione”.

Edoardo Rixi, viceministro dei Trasporti e segretario ligure della Lega, sull’ipotesi di dimissioni del presidente ligure, ribadisce che la decisione spetta a Toti. “Il governatore sa quello che ha fatto e non ha fatto, lui decide la sua condotta. C’è un’inchiesta in corso, per me sono tutti innocenti fino al terzo grado di giudizio. Lui decide cosa fare e noi di conseguenza agiremo”, ha concluso Rixi. “Quello che ci interessa – aggiunge – è che ci sia una continuità amministrativa a livello regionale e che si possa andare a chiudere tutti i processi in atto. Dopodiché saranno gli eventi a dirci cosa succede”.

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