Riforme, Folli contro Schlein e opposizioni: basta dire no a tutto, gli italiani sono favorevoli al premierato

9 Mag 2024 9:38 - di Redazione
Premierato Schlein

Ha avuto un grande impatto la convention sulle riforme conclusosi con l’intervento della premier Meloni alla Camera. Nel profluvio di articoli livorosi contro l’ipotesi del “premierato” su cui si batte il presidente del Consiglio come «la madre di tutte le riforme», spicca per converso l’analisi severa di Stefano Folli in un editoriale su Repubblica. Mentre la segretaria Schlein su premierato e autonomia indice la solita “piazzata”, chiamando alla mobilitazione il 2 giugno prossimo; l’editorialista fa capire a lei  e ai dem che la strada che stanno percorrendo è sbagliata. “Metteremo la vostra voce e i vostri corpi per fermare questo scempio”, è la dichiarazione bellicosa della Schlein durante l’assemblea dei senatori. Nonostante nel suo discorso la premier abbia auspicato un dialogo ampio con le opposizioni.

Folli a Schlein: “Dire no a tutto è una strategia perdente”

Parte proprio da qui Folli per bacchettare l’atteggiamento del Pd e delle opposizioni. “Ci sono due linee: dire un secco “no” a tutto (premierato, autonomia, giustizia); oppure accettare entro certi limiti l’idea del dialogo. Non per farsi avviluppare nella strategia governativa, ovviamente volta ad allargare il consenso in Parlamento; bensì per ottenere dei visibili miglioramenti”. Parole di saggezza che dalle parti del Nazareno rimangono lettera morta. “Restiamo per ora al premierato- ragiona l’editorialista- . L’offerta di dialogo da parte di Giorgia Meloni va rigettata subito; ovvero va almeno verificata nel concreto? Elly Schlein, Giuseppe Conte e i gruppi minori della sinistra hanno già scelto: un fermo “no” da gridare in piazza il 2 giugno, festa della Repubblica, quando mancherà una settimana al voto europeo”.

Folli avverte: “I sondaggi dicono che gli italiani sarebbero favorevoli al premierato”

Ma la strategia è perdente – avverte-. “È una prova di forza che si risolverà in una sfida parlamentare”. “Al fondo c’è l’idea del referendum: andare alla consultazione finale obbligatoria e vincerla a mani basse”. Almeno questa è l’idea illusoria che si sono fatta le opposizioni. Ma c’è un ma, che a sinistra non contemplano. “Su questo è bene fare attenzione- spiega Folli- . Un sondaggio di You Trend indica che gli italiani sarebbero favorevoli in lieve maggioranza al premierato”. E’ vero, manca ancora un anno e siamo solo all’inizio di un percorso. “Tuttavia il segnale è importante. La destra non parte sconfitta nel passaggio del referendum, come molti sembrano pensare”. Per cui l’editorialista fa appello ai “riformisti” del centrosinistra “che vogliono emendare il premierato meloniano: Stefano Ceccanti, Peppino Calderisi, Enrico Morando, Claudia Mancina, Gaetano Quagliariello, Nicola D’Amico e altri. Chiedono di introdurre il ballottaggio nella legge elettorale -conclude-  più una serie di correttivi al testo costituzionale. Si capirà meglio chi vuole dialogare e chi punta allo scontro”.

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