Nuovo inchino al politicamente corretto: Cambridge elimina il termine “anglosassone”: è razzista

13 Mag 2024 17:20 - di Angelica Orlandi
Cambridge anglosassone

La follia del politicamente corretto fa una nuova vittima. Si passa dall’espressione  “Inghilterra Anglo-Sassone” ad “Inghilterra Alto-Medievale“. È il cambiamento (epocale) comunicato dall‘Università di Cambridge rispetto al nome di una storica rivista specializzata pubblicata dal celebre ateneo del Regno Unito. Il motivo sarebbe questo: il temine “anglosassone” è diventato “problematico”. Di mezzo ci sarebbero i suprematisti bianchi. L’obiettivo ufficiale è quello di ampliare l’approccio e il “raggio interdisciplinare” della materia. La decisione si radica in un dibattito controverso sull’uso del termine “anglosassone”, di cui – dicono da Cambridge-  si è impadronita una parte dell’estrema destra statunitense ed europea. La notizia dell’ultimo inchino al mainstrem dominante  è data dal Telegraph. E’ la stessa testata a riportare il giudizio negativo di molti studiosi. Per lo storico Dominic Sandbrook l’università sta assecondando una «manciata di pazzi americani” con questo cambiamento.

All’università di Cambridge il termine “Anglosassone” è “problematico”

La volontà di Cambridge di rendere antirazzista l’insegnamento, già si è visto negli ultimi anni, come quando nel 2023 uscì fuori la notizia secondo cui agli studenti dell’università veniva insegnato che gli anglosassoni «non esistevano come gruppo etnico distinto come parte degli sforzi per indebolire i “miti del nazionalismo”», si legge sempre sul Telegraph. Non è il solo a biasimare questa novità. David Abulafia, professore emerito di Storia all’Università di Cambridge, ha dichiarato sempre al quotidiano britannico: «La rivista dovrebbe esaltarsi della sua illustre reputazione piuttosto che cercare di reinventarsi con un nuovo nome blando dettato da una moda passeggera di eliminare il termine anglosassone». Provocatoriamente e paradossalmente lo studioso ha evidenziato che, di questo passo,  si dovrebbe rinunciare al termine stesso di Inghilterra, letteralmente “terra degli Angli”. Siamo dunque alla follia.

Follia del politicamente corretto: addio alla parola “anglosassone”

L’intento è quello di smantellare i “miti del nazionalismo” e rendere l’insegnamento più “antirazzista”, hanno dichiarato i membri del dipartimento. Il nuovo approccio punta anche a dimostrare che non sono mai esistite identità etniche scozzesi, irlandesi e gallesi “coerenti” con radici antiche. La proposta di cambiare nome a questa branca di studi era arrivata per la prima volta dallo studioso Adam Miyashiro. Che aveva scritto una lettera aperta pubblicata su Facebook nel 2017, denunciando l’uso colonialista del termine. Solo nel 2019 l’International Society of Anglo-Saxonists ha votato per cambiare il proprio nome in International Society for the Study of Early Medieval England (Società internazionale per lo studio dell’Inghilterra Altomedievale): “in riconoscimento delle connotazioni problematiche ampiamente associate al termine ‘anglosassone'”. Di qui la decisione definitiva

Le dimissioni della studiosa

Decisione  arrivata a seguito delle dimissioni dalla società in questione dell’accademica Mary Rambaran-Olm, studiosa canadese di origine afro-indo-caraibica. All’epoca denunciò che il settore degli studi anglosassoni era un campo di “bianchezza intrinseca”; che perpetuava “il mito di una falsa idea di cosa significhi essere ‘nativo’ della Gran Bretagna”. Per questa denuncia la studiosa è stata vittima di cyberbullismo. Un altro docente, Howard Williams, ha messo in guardia dal rimuovere il termine dal contenuto delle riviste e della ricerca accademica: “Il termine anglosassone – riporta il Giornale- è un termine che continueremo a utilizzare nella nostra storia, archeologia, musei e contesto culturale . E dovremmo davvero mantenerlo, poiché è così importante, che non lasciamo che quel termine venga utilizzato solo da voci estremiste”: è l’analisi del professore di Archeologia all’università di Chester. L’ateneo non sembra intenzionato a fare passi indietro.

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