Nel martirologio della sinistra entra anche Raimo: dovrà giustificare la frase sui neonazisti da bastonare

16 Mag 2024 18:41 - di Redazione

“C’è una notizia che mi riguarda”: comincia così il post in cui Christian Raimo dà notizia di un provvedimento disciplinare nei suoi confronti  da parte dell’ufficio scolastico regionale. Motivo? Raimo, candidato alle europee con Avs,  avrebbe violato il codice etico criticando in un post il ministro Valditara e offendendone la reputazione. Questa è però l’interpretazione di Raimo.

Il quale si recherà quindi il prossimo 21 maggio all’ufficio scolastico regionale con un avvocato. In quel post Raimo diceva che gli sembrava “incredibile che un potere, sedicente liberale, reagisse alle critiche per vie giuridiche”. Si riferiva al fatto che era stato avviato un accertamento sulle sue parole relative ai neonazisti da bastonare. E nel post diceva anche che “vogliono censurare la libera espressione”. Raimo cita tra l’altro la professoressa Donatella Di Cesare, ieri prosciolta dopo essere stata querelata dal ministro Lollobrigida: “Non sono solo: purtroppo sanzioni, querele, provvedimenti disciplinari sono il modus operandi di un governo sempre più illiberale e antidemocratico”.

“La noia di un potere che si avvale di provvedimenti disciplinari e querele non la dobbiamo nemmeno dire. Martedì 21 avrei preferito fare lezioni in classe”. Così conclude Raimo, new entry nel martirologio della sinistra piegata dalla repressione. Come da copione si scatenano Avs e Pd gridando alla ritorsione e accusando il ministro di voler ridurre Raimo al silenzio.

In realtà il provvedimento disciplinare nasce per le dichiarazioni fatte da Raimo nel corso de L’aria che tira, trasmissione durante la quale ha detto che bastonare i neonazisti è giusto e che lui insegna questo ai suoi studenti. “In merito alle dichiarazioni rilasciate da Christian Raimo in tv nel corso della trasmissione “L’aria che tira” l’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, per la parte di competenza, ha già avviato nei giorni scorsi un approfondimento interno. Ogni docente è prima di tutto e sempre un educatore e la scuola non può condividere nessuna forma di violenza, anche verbale, nel rispetto dei valori che sono propri della nostra Costituzione”. Ciò accadeva il 6 aprile, come annunciava l’Ansa in una nota d’agenzia. Ma in campagna elettorale, si sa, i martiri si moltiplicano …

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