Meloni-Schlein, a sinistra scoppia la “caos condicio”. Tutti contro Elly (e a tifare in segreto per Giorgia)
La lagna è iniziata, anche prima del previsto. Il giorno dopo l’accordo per il duello in tv Meloni-Schlein, il 23 maggio nel salotto di “Porta a Porta” di Bruno Vespa, il Pd già mette le mani avanti: “Giochiamo in trasferta”, in riferimento alla Rai. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere, ma intanto i giornali di oggi parlano di una trattativa “non pacifica” da parte degli staff, con la richiesta della segretaria dei Dem di fare il confronto su “La 7” o su “Sky”. Ma poi non si capisce come mai la stessa abbia dichiarato ai giornali di voler fare il duello “dove vuole la Meloni”. E anche quelle dichiarazioni filtrate dalla segreteria del Pd – “Andiamo sul terreno più difficile, potremmo dire che giochiamo fuori casa” – fanno sorridere, considerando che Bruno Vespa è il giornalista di punta della Rai da qualche decennio, molto, molto prima dell’era-Meloni.
La “caos condicio” a sinistra per il duello Meloni-Schlein
Fa sorridere anche come sui giornali si sollevi il tema della par condicio, come momento di “scorrettezza” politica nei confronti di altre forze politiche escluse dal duello. In realtà, le uniche polemiche arrivano da sinistra, dove un po’ tutti, a iniziare dal M5S di Conte, hanno enormi difficoltà a riconoscere nella Schlein una leadership del “campo largo”. I grillini, ad esempio, schiumano rabbia e segretamente, ma non troppo, tifano per la Meloni… “Il confronto da Vespa «rischia di violare pesantemente la par condicio – dice il capogruppo in Commissione di Vigilanza Rai, Dario Carotenuto – Non è consentito a nessuno, e alla TV pubblica in particolare, prestarsi a quello che è a tutti gli effetti un escamotage per forzare le regole del gioco in vista delle europee». Ma di quel presunto escamotage dovrebbero chiedere conto alla loro alleata…
Furiosi anche Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra, secondo cui quella che andrà in onda su Rai1 sarà una «forzatura in senso maggioritario» della competizione delle Europee che si svolge con il sistema proporzionale. «Una competizione che non è tra due candidate o leader di partito, per quanto autorevoli, ma tra diverse e molteplici proposte politiche rappresentate da partiti che si confronteranno nelle urne l’8 e il 9 giugno. In questo modo, si rischia di falsare e condizionare la campagna elettorale”.
La solita “caos condicio”, dunque, ma solo sinistra. Che segretamente, ma non troppo, tifa contro Elly sperando che la Meloni regali ai verdi, rossi e gialli, qualche voto di piddini delusi dal gran confronto “dove vuole la Giorgia”, eh.