Il Papa: “Una madre non deve scegliere tra figli e lavoro. Per la natalità serve lungimiranza”

10 Mag 2024 10:51 - di Federica Parbuoni
papa natalità

Per affrontare il calo della natalità serve “lungimiranza”, l’impegno di “tutti i governi”, affinché i figli non rappresentino un bivio insostenibile per le “giovani generazioni” che devono essere messe, invece, “nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni”. Accolto da una standing ovation e dall’abbraccio simbolico dei bambini disposti ai lati del palco, il Papa è stato oggi protagonista degli Stati generali della Natalità, all’Auditorium della Conciliazione a Roma, da dove ha anche avvertito che “una madre non deve scegliere tra lavoro e cura dei figli” e “tante giovani coppie vanno liberate dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”.

Il Papa: “Per la natalità servono realismo, lungimiranza, coraggio”

Arrivato in sedia a rotelle, accanto alla poltrona da cui poi avrebbe parlato, il Pontefice ha trovato una bimba che avrà avuto 3 o 4 anni a dargli il benvenuto: le ha stretto la mano e le ha accarezzato la testa, prima che Gianluigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità che organizza l’evento, offrisse il saluto istituzionale. Il Pontefice, che è tornato a parlare della vita come un “dono”, ha sottolineato l’importanza di “incontrarsi e lavorare insieme per promuovere la natalità con realismo, lungimiranza e coraggio”.

Il monito sulle “case che si riempiono di oggetti, cani e gatti” e “si svuotano di figli”

Nel suo intervento il Papa ha contestato certe visioni ambientaliste, “datate e superate da tempo”, secondo le quali la presenza di troppi esseri umani sulla terra rappresenterebbe un problema. “La vita umana non è un problema”, ha avvertito Bergoglio, per il quale sono “egoismo”, “il delirio di un materialismo sfrenato”, un “consumismo” simile a un “virus malefico” a mettere a rischio il mondo. “Il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo”, ha detto il Papa, lanciando un monito sul fatto che “le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi. Non mancano cagnolini e gatti, questi non mancano, mancano i figli”.

La nascite come “primo indicatore della speranza di un popolo”

“Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani, un Paese perde il suo desiderio di futuro”, ha proseguito il Pontefice, soffermandosi sullo specifico del nostro Paese. “In Italia, ad esempio, l’età media è attualmente di quarantasette anni, e si continuano a segnare nuovi record negativi. Purtroppo, se dovessimo basarci su questo dato, saremmo costretti a dire che l’Italia sta progressivamente perdendo la sua speranza nel domani, come il resto d’Europa”, tanto impegnata a “esorcizzare le solitudini e le angosce da non saper più gustare, nella civiltà del dono, la vera bellezza della vita”.

La necessità dell’impegno da parte di “tutti i governi”

Il Papa quindi si è interrogato sul perché accada questo, sulle ragioni per cui, nonostante “tante parole e tanto impegno” non si riesca a “invertire la rotta” e “frenare questa emorragia di vita”. “La questione è complessa, ma questo non può e non deve diventare un alibi per non affrontarla. Serve lungimiranza“, ha ribadito, sottolineando che “a livello istituzionale, urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine, per seminare oggi affinché i figli possano raccogliere domani. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni”. “Si tratta di attuare serie ed efficaci scelte in favore della famiglia”, ha proseguito Francesco, rivendicando per le donne il diritto a essere madri e lavoratrici e per i giovani quello a costruire un futuro solido.

L’appello per i nonni: “Il futuro si costruisce anche con loro”

Ma il Papa è tornato anche su un altro tema a lui molto caro e parte integrante della visione sul “dono della vita”: la terza età. “Il futuro non si costruisce solo facendo figli, manca un’altra parte importante, i nonni”, ha detto, ricordando che “oggi c’è una cultura di nascondere i nonni, mandarli nella casa di riposo. È cambiato un po’ per la pensione, ma la tendenza è quella: scartare i nonni”.

L’intervento a braccio su armi e contraccettivi

“Per favore non dimenticare i nonni”, “i nonni soli, i nonni, scartati, questo è un suicidio culturale”, “abbiamo cura dei figli ma anche cura dei nonni, è molto importante”, ha concluso il Papa, che nel corso del suo intervento, accolto da un silenzio totale, interrotto solo dagli applausi e dal pianto di un bimbo, ha anche introdotto un passaggio a braccio: “C’e un dato che mi ha detto uno studioso della demografia: in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. Questi sono gli investimenti che danno più reddito, è brutto”.

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