Scandaloso Premio Strega, Mollicone: il libro di Valentina Mira è un concentrato di sciatteria che offende le vittime

11 Apr 2024 19:02 - di Redazione
Mollicone libro Mira

Il presidente della Commissione cultura della Camera e Responsabile Nazionale cultura e innovazione di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, va dritto al punto senza inutili perifrasi: «La presenza di Dalla stessa parte mi troverai di Valentina Mira tra i libri finalisti del Premio Strega stupisce. Più che una scelta editoriale pura, sembra l’ennesimo atto di resilienza politica per attaccare il governo e il Presidente del Consiglio. Il libro, che abbiamo letto per intero, oltre ad una forma sciatta e affatto indimenticabile, non è certo all’altezza di un premio così prestigioso. Sembra squallido marketing politico-letterario».

Premio Strega, Mollicone: il libro di Mira tra i finalisti? Non ne è all’altezza

Anzi, forse anche peggio: perché come argomenta a stretto giro sempre Mollicone, «gli anni di piombo e delle stragi – aggiunge – sono un periodo tragico che ha segnato vite e storie familiari da una parte e dall’altra», e «questo libro offende sia le vittime del terrorismo di destra, sia quelle di sinistra, mentre mostra un inaccettabile giustificazionismo nei confronti delle Brigate rosse e degli omicidi rispetto alla violenza micidiale scatenata dai gruppi combattenti in quegli anni».

«Sembra squallido marketing politico letterario»

Una disamina approfondita, meticolosa e pertinente, quella del presidente della Commissione cultura della Camera, che non manca di sottolineare come «Mira – prosegue Mollicone – cita libri, processi e la strage di Acca Larenzia come se fossero sceneggiature di qualche pessima fiction. Senza approfondire e citare le fonti giudiziarie e definitive. Ad esempio, non riconosce ai ragazzi di Acca Larenzia la nobiltà di vittime del terrorismo così come riconosciuto dallo Stato, ma ne parla come si fa di una partita di calcio con gli amici. L’autrice inoltre utilizza la tecnica molto furba di citare gli episodi senza scrivere i nomi e i cognomi dei protagonisti: per evitare le querele. Ma si riconosce in un passaggio chiaramente il riferimento ad Enzo Raisi, già componente della Commissione Stragi».

Mollicone: «Il libro di Mira cita processi e la strage di Acca Larenzia come se fossero sceneggiature di qualche pessima fiction»

E ancora, Mollicone incalza: «Si parla, poi, della pista palestinese come ormai archiviata, quando invece documenti dell’archivio di Stato ancora ne confermano l’esistenza, nell’ambito del Lodo Moro e dell’accordo tra lo stato italiano e quello palestinese, come sostenuto anche dalla Commissione Moro II e dal Senatore Fioroni». Sottolineando: «Ancora una volta si perde l’occasione di seguire la strada, che anche Violante auspicò, per la pacificazione nazionale. Nel racconto dei fatti l’autrice sintetizza l’accaduto, che, ricordiamo, viene tutti gli anni celebrato ufficialmente dal Comune di Roma e dalle istituzioni, con “vabbé gli hanno sparato, eravamo in quegli anni lì”».

Negati anni di sangue e di tragedie…

Ma, aggiunge Mollicone, «con l’intenzione di smontare la “retorica vittimista dei fascisti”, vengono negati anni di sangue e di tragedie che hanno segnato la storia della nostra Nazione. In un clima di odio politico come quello che stiamo vivendo, un testo come questo legittima la violenza e il revisionismo storico. Auspichiamo pertanto che sia solo uno squallido tentativo di vendere copie di un libro a mio parere di nessun valore letterario e che il Premio Strega torni a selezionare narrativa che possa diventare futura letteratura, e non cronaca sciatta e politicizzata», conclude la sua analisi il presidente della Commissione cultura della Camera e Responsabile Nazionale cultura e innovazione di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone.

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