Napoli, applauso agghiacciante degli studenti alla morte di Siani in “Fortapasc”. Valditara: “Fare piena luce”

23 Apr 2024 14:38 - di Gabriele Alberti
Siani studenti Napoli

È una bufera quella che sta investendo la scuola Maiuri, dove alcuni studenti hanno applaudito durante la scena dell’omicidio del giornalista Giancarlo Siani nel film Fortapasc. Il giornalista di inchiesta, per anni corrispondente de Il Mattino, fu ucciso dalla camorra nel 1985, per volere di Totò Riina, capo di Cosa nostra. Tra i primi a commentare quanto avvenuto ovviamente c’è Paolo Siani, fratello di Giancarlo, che con poche parole ha detto che nessuno mai dovrebbe spiegare perché non si applaude mai per la morte di un altro uomo, di nessun uomo.

Napoli, studenti applaudono all’uccisione di Siani, il cronista anti-camorra

Pistole spianate e il sorriso beffardo di chi ha capito che tutto il suo lavoro era d’intralcio a qualcuno. Tanto da doverlo uccidere. La scena struggente in “Fortapàsc“, in cui viene ricostruito il momento dell’omicidio da parte della camorra del giornalista del Mattino Giancarlo Siani, dovrebbe creare un senso di consapevolezza, empatia. Invece ha fatto scattare gli applausi. È successo in una scuola del Vomero, nel “quartiere bene” di Napoli, come viene da molti definito. «Alla morte non si applaude, mai, per nessuno», ha scritto sui social il fratello di Giancarlo, Paolo.

Il fratello di Siani, Paolo: “Perché scelgono di stare dalla parte di chi spara”

«Questo dovrebbe far parte dell’animo umano. Davanti alla morte si resta in silenzio, questo non va neppure spiegato. Ma se invece accade, se alcuni ragazzi, pochi, molto giovani, di una scuola che si sta impegnando per far crescere in loro il senso della legalità e della giustizia, applaudono alla morte violenta e quindi scelgono di stare dalla parte di chi spara, c’è bisogno che noi tutti, ci si interroghi sul perché. Adesso, subito, prima che sia troppo tardi», si legge nel post.   «Non possiamo far finta di nulla – ha continuato – dobbiamo intervenire, spiegare, raccontare, e lo dobbiamo fare con più forza, più veemenza, più coraggio, più passione, tutti. Perché ci riguarda tutti. La sensibilizzazione contro le mafie e la violenza non è mai abbastanza, non possiamo arrenderci, neanche per un attimo. Io non mi arrendo. Noi non ci arrendiamo».

Interviene il ministro Valditara: “Sconcertato. Fare luce sull’accaduto”

Sul caso è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: «La scuola è e deve essere il primo presidio di legalità. E’ e deve essere una comunità, per definizione. Antitetica a qualsiasi mentalità che rievochi quella mafiosa o addirittura plauda ad essa. Per questo la gravità del gesto di applaudire all’efferato assassinio camorristico, come è avvenuto a Napoli durante la proiezione del film Fortapasc da parte di alcuni studenti, mi sconcerta e mi preoccupa. Oggi stesso intendo quindi agire per fare piena luce sull’accaduto».

I presidi: “Intervenire con un percorso di rieducazione che le scuole hanno”

Ritengo che episodi come quello di Napoli richiedono anche che si intervenga con le misure formative che ha la scuola»: sono le parole del presidente Anp, Associazione nazionale presidi di Roma, Mario Rusconi. «Nelle misure formative – continua – rientra anche un percorso di rieducazione. Per quei ragazzi che – o per una sciocca e stolta goliardia o per intendimenti negativi – intendono osannare situazioni che, invece, richiedono una condanna unanime. Per cui ben vengano delle misure di intervento su questi ragazzi. In maniera che capiscano che, di fronte a episodi gravi, la scuola intende intervenire. Altrimenti non faremo altro che lagnarci per cose negative senza aver alcuna capacità di intervento».

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