Censura rossa alla Sapienza, FdI: “Parenzo zittito, Di Cesare libera di esprimere vicinanza alla Br…”
Da un lato la violenta contestazione dei collettivi a David Parenzo, dall’altro l’omaggio della professoressa Donatella Di Cesare alla memoria della Br Barbara Balzerani, con annessa solidarietà contro la “censura di Stato” da parte di quegli stessi ambienti studenteschi che hanno impedito al giornalista di La7 di parlare. Si riassume tutto in queste circostanze il clima che si è instaurato alla Sapienza, “uno dei più prestigiosi atenei pubblici al mondo”, come ha ricordato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ribadendo la vicinanza a Parenzo per l’episodio di cui è stato vittima e sottolineando che “speravamo di aver superato quei tempi, ma sono i cattivi maestri a farli riesumare”.
Rampelli: “Alla Sapienza clima di intolleranza, solidarietà a Parenzo”
Rampelli, ha ricordato i “tempi in cui i collettivi del pensiero totalitario assediavano l’aula magna impedendo al prof. De Felice di svolgere una Lectio Magistralis o picchettavano le facoltà dove erano previsti incontri non graditi ai comunisti”. “Si tratta – ha avvertito – di una sorta di ideologia illiberale che pretende di dare licenza di parola e patenti di democrazia, aizzata da un irresponsabile circuito mediatico e culturale che porta dritto alle farneticanti parole della prof. Di Cesare, che continua liberamente a insegnare spalleggiata dall’estrema sinistra”. “Quello che ha subito ieri il giornalista David Parenzo nell’ateneo pubblico tra i più prestigiosi del mondo dev’essere subito estirpato”, ha sottolineato il vicepresidente della Camera, ricordando che “quando l’esercizio del diritto alla libertà di pensiero e espressione mette il bavaglio a chi vuole esercitarlo si è già sconfinati nella violenza”. Dunque, “è necessario intervenire a tutela del pluralismo”.
Delmastro: “Frutto avvelenato delle idee dei cattivi maestri… anzi, delle cattive professoresse”
Sul caso è intervenuto anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, soffermandosi sui “misteri della libertà di opinione: nella ‘libera’ università della Sapienza di Roma, Parenzo non può parlare perché ebreo e la professoressa Di Cesare può impunemente inneggiare alle Brigate Rosse”. “Solidarietà senza se e senza ma all’amico Parenzo, che ha purtroppo provato sulla sua viva carne il frutto avvelenato delle idee dei cattivi maestri… rectius, delle cattive professoresse”, ha concluso l’esponente di FdI.
Speranzon: “L’università non può essere fucina di intolleranza e violenza”
A sottolineare che contestazioni come quella subita da Parenzo non sono affatto una novità a La Sapienza è stato anche il vicepresidente vicario del gruppo di FdI al Senato, Raffaele Speranzon, ricordando che “la più famosa” fu quella ai danni di Papa Benedetto XVI nel 2007. Una situazione che “ci pone dinanzi all’interrogativo se esista un problema La Sapienza”. “È inconcepibile che in quello che dovrebbe essere il tempio per eccellenza del rispetto della libertà, della democrazia e delle idee e opinioni altrui si trasformi nella fucina dell’intolleranza, della violenza sia fisica e sia verbale, e della sopraffazione”, ha commentato Speranzon, aggiungendo che “peraltro, continuiamo a registrare un colpevole silenzio sulla vicenda Di Cesare”.
FdI: “Sul caso Di Cesare l’ateneo non può fare spallucce”
Quindi, ricordando che Di Cesare sta continuando a insegnare, Speranzon ha chiarito che “continuo a ritenere che La Sapienza debba prendere provvedimenti esemplari verso la Di Cesare, che non sia possibile ‘fare spallucce’ su quanto accaduto, e questo a maggior ragione dopo l’ultimo episodio di intolleranza che ha visto coinvolto Parenzo. È necessario – ha concluso il senatore di FdI – fugare qualsiasi dubbio di una possibile benevolenza all’interno delle nostre Università verso certe idee e atteggiamenti”.