Sardegna, la rabbia dello scrittore “comunista” Marcello Fois: “Alessandra Todde sarebbe la novità?”
“Non bisogna vergognarsi di definirsi comunisti, buonisti e intellettuali. Se oggi essere comunisti vuol dire interessarsi agli strati sociali più deboli, se essere buonisti significa riflettere prima di affondare una nave o incendiare un campo rom, se essere intellettuali vuol dire credere che istruzione e civiltà vadano di pari passo, io sono fieramente comunista, buonista e intellettuale”. Lo diceva, qualche mese fa, Marcello Fois, scrittore fieramente di sinistra, vincitore del Premio Campiello, sardo d”origine e anche in questo caso fiero di esserlo, anche se oggi vive e lavora a Bologna.
Fois, oggi, sulla Stampa, pubblica un lungo articolo nel quale si scaglia contro il “campo largo” messo in campo da Pd e M5s in Sardegna, per isolare Soru – “che sembra il vero nemico, non Truzzu” – tuonando contro chi pensa che la sua isola possa essere una “cavia” politica al servizio dei partiti, come dimostra l’operazione fatta, a freddo, da Conte e Schlein anche se, ovviamente, non lesina critiche e ironia su Salvini e sul governo Meloni.