Ponte Morandi, 4 nuovi indagati: “resuscita” il capo delle manutenzioni che era stato dato per morto

26 Feb 2024 19:39 - di Vittorio Giovenale
ponte morandi

Colpo di scena al processo per il crollo del Ponte Morandi, che il 14 agosto 2018 costò la vita a 43 persone. Agostino Rusca, dal 1999 al 2006 capo dell’ufficio manutenzioni della direzione del primo tronco di Autostrade, che gli investigatori credevano morto, in realtà era vivo e vegeto. I giudici lo hanno appreso leggendo il suo nome nelle liste dei testimoni di difesa.
L’uomo, indagato, ora rischia di essere rinviato a giudizio e giudicato con un altro processo. Di fatto è il 59mo indagato. Rusca, capo ufficio manutenzioni Aspi del Primo tronco di Genova, era sfuggito dalla maglia degli inquirenti perché per un errore di trasmissione era stato ritenuto deceduto: a fare scoprire non era così ai pubblici ministeri è stata la sua convocazione in qualità di teste dall’avvocato che difende l’imputato Ugo Sartini, successore di Rusca a capo ufficio manutenzione della direzione Primo Tronco.

Ponte Morandi: in totale quattro nuovi indagati

Oltre a Rusca è stato indagato durante il processo anche un consulente esterno, l’ingegnere Fabrizio Noto, che ha lavorato per il progetto di retrofitting, citato in aula dall’imputato Emanuele De Angelis, responsabile per Spea per lo stesso progetto di rifacimento delle pile 9 e 10.
Noto risulta indagato dopo che uno degli imputati, l’ingegnere Emanuele De Angelis, nel corso del suo interrogatorio – suddiviso in diverse udienze – aveva spiegato che i calcoli che lui aveva usato per redigere il progetto di rinforzo erano stati fatti dal collega. Entrambi rispondono degli stessi reati contestati ai 58 imputati.

Due testimoni indagati per falsa testimonianza

Nel corso del processo due testimoni, sentiti nelle scorse udienze, son passati dal ruolo di teste a quello di indagati. Si tratta dell’ex capo del personale di Aspi Giampiero Giacardi, accusato di falsa testimonianza, e di Andrea Pancani, ingegnere a lungo responsabile della sorveglianza di Spea in Toscana, accusato di falso.

Secondo la Procura di Genova, Giacardi avrebbe dichiarato il falso durante la sua testimonianza resa in aula, fornendo risposte dissimili rispetto a quelle fornite in sede di sommarie informazioni. Giacardi era stato sentito per quattro udienze. Per Pancani i pm hanno trasmesso gli atti alla procura di Firenze dopo averlo indagato. Allorché era stato audito, in sede di indagini, aveva dichiarato che sul IV tronco gli ispettori di Spea eseguivano controlli accurati rispetto ai colleghi genovesi. Nel corso della sua testimonianza ha invece ammesso che anche nel tronco di cui era responsabile non si verificava tutto da vicino perché mancavano i mezzi e non c’erano le condizioni di accesso in sicurezza.

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