Cortei, Piantedosi ai sindacati: “Dal 7 ottobre 1.076 manifestazioni e solo 33 criticità”

26 Feb 2024 14:56 - di Federica Parbuoni
cortei piantedosi

Nessuna sottovalutazione di quanto avvenuto ai cortei di Pisa e altrove e piena apertura anche “all’analisi autocritica”, ma anche nessuna disponibilità al processo sommario alle forze di polizia, alle quali il governo ribadisce “la massima fiducia”. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha incontrato oggi i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri e la segretaria aggiunta della Cisl, Daniela Fumarola, che avevano chiesto un confronto sulla gestione della piazza. Il titolare del Viminale li ha informati sui passi in corso per fare chiarezza, ribadendo che “non è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell’ordine pubblico”, che “i responsabili della sicurezza agiscono sul territorio sulla base di valutazioni fatte sul posto e non seguendo fantomatiche indicazioni da parte del livello politico”, che “nessuno ha interesse ad alzare il livello di tensione durante le manifestazioni e men che mai il Viminale che, insieme a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine, ha come prioritario obiettivo che ogni evento si svolga in maniera pacifica indipendentemente dal loro contenuto”.

Piantedosi: “Nessuno ha interesse ad alzare il livello di tensione, i manifestanti collaborino”

In questo senso e per un regolare svolgimento di tutte le iniziative, Piantedosi ha sottolineato anche quanto sia “imprescindibile la collaborazione degli stessi manifestanti sia nella fase del necessario preavviso delle iniziative sia durante lo svolgimento delle manifestazioni, rispettando le prescrizioni ed evitando comportamenti provocatori o violenti”. Il ministro, quindi, ha ribadito di “condividere pienamente le parole del presidente Mattarella” sul fatto che l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si esprime con l’uso della forza. “Affonda nel sacrificio di centinaia di caduti nella lotta al terrorismo e alla criminalità, nella leale difesa delle istituzioni democratiche anche negli anni più bui della Repubblica, nella capacità di accompagnare con equilibrio e professionalità lo sviluppo della società italiana”, ha detto Piantedosi, sottolineando di condividere anche il precedente richiamo da parte del Capo dello Stato contro la “intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese”.

Il Viminale in prima linea per fare chiarezza su Pisa

Su Pisa, ha spiegato Piantedosi ai leader sindacali, “è in corso una indagine da parte della magistratura che farà piena luce su quello che è accaduto anche grazie a una completa documentazione messa subito a disposizione, completa di materiale videofotografico realizzato dalla Digos durante la manifestazione, prassi consolidata che garantisce sempre la massima trasparenza degli operatori”. Le relazioni di servizio e il materiale videofotografico, inoltre, saranno esaminati dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza per “verificare in maniera approfondita quanto è accaduto”. Dunque, da parte del Viminale non vi è alcuna “sottovalutazione, ma un atteggiamento responsabile e disponibile anche all’analisi autocritica, come sempre avvenuto e come chiarito fin dal giorno degli incidenti”.

La “massima fiducia” del governo nei confronti delle forze dell’ordine

Ciò detto, il ministro ha ribadito con forza la ”massima fiducia di tutto il governo nei confronti delle forze di polizia”. Gli uomini e le donne in divisa sono “servitori dello Stato e lavoratori che svolgono un ruolo fondamentale a presidio della sicurezza e della legalità”. “Siamo di fronte solo a casi isolati in corso di valutazione e non è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell’ordine pubblico”, ha quindi chiarito Piantedosi, ricordando anche che “negli scorsi anni sono avvenuti accadimenti analoghi con incidenti ancor più gravi” e che “il governo fin dall’inizio del conflitto israeliano-palestinese ha assicurato la piena libertà di manifestare a tutte le parti, sostenendo un rilevantissimo sforzo in termini di gestione dell’ordine pubblico”.

Dal 7 ottobre oltre mille manifestazioni e “solo 33 casi di criticità”

Piantedosi quindi ha riferito i numeri: dal 7 ottobre si sono svolte 1.076 iniziative e soltanto in 33 occasioni si sono registrate criticità; più in generale, nel corso del 2023 sono state 11.219 le manifestazioni, con 969.970 operatori di polizia impegnati; dal primo gennaio sono state 2.538 le manifestazioni, solo l’1,5% con criticità o turbative di ordine pubblico, con 150.388 operatori impegnati. “Questi dati – ha sottolineato il ministro – smentiscono in maniera inequivocabile una presunta contrazione della libertà di manifestazione in Italia. Peraltro, per il personale in divisa, tutto questo rappresenta un impegno quotidiano rischioso tanto che, nel 2023, nel corso delle manifestazioni pubbliche, si sono registrati 120 feriti, 31 già quest’anno”.

Piantedosi: “Contro il governo polemiche strumentali e del tutto inaccettabili”

Anche per quanto riguarda le identificazioni Piantedosi ha smentito la lettura di atti repressioni che alcuni hanno voluto dare: l’incremento è avvenuto ”anche in virtù delle operazioni ad alto impatto (548.564 identificazioni) e nel generale rafforzamento del territorio, attività invocate dai cittadini e dagli amministratori locali perché hanno subito prodotto risultati tangibili”. Pertanto, ha avvertito, “del tutto inaccettabili perché false e strumentali le polemiche sollevate contro il governo con l’obiettivo di accreditare nell’opinione pubblica la narrazione di una presunta strategia tesa a impedire la libera manifestazione del pensiero”. Per il ministro è “ancor più inaccettabile che per queste finalità di natura politico-elettorale ci si spinga perfino ad attaccare il ruolo e la professionalità delle forze di polizia”.

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