Al sit-in per Navalny a Milano c’era anche il fondatore delle Brigate Rosse Alberto Franceschini

19 Feb 2024 20:38 - di Marta Lima

Dopo le polemiche, arriva la precisazione e anche una notizia: “L’identificazione delle persone che ieri pomeriggio hanno partecipato alla commemorazione di Navalny ai giardini Politkovskaya di Milano da parte di una pattuglia della polizia “non aveva alcuna finalità di impedire l’esercizio delle libertà dei partecipanti all’iniziativa”, recita una nota la questura di Milano. La notizia è che tra gli “identificati” c’era anche Alberto Franceschini, uno dei fondatori delle Br, presente ieri alla commemorazione di Alexei Navalny nei giardini dedicati ad Anna Politkovskaya.

Al presidio per Navalny spunta Franceschini

“Il personale – fanno sapere da via Fatebenefratelli – “si è recato sul posto al fine di identificare compiutamente il promotore dell’iniziativa, in quanto era pervenuta il 17 febbraio alla questura un’email generica che preannunciava la presenza in loco di non più di tre persone. In particolare, il presunto organizzatore, Boris Gonzhalenko, sconosciuto agli atti d’ufficio, aveva omesso di allegare copia del documento d’identità (un passaporto russo), omettendo anche di precisare l’orario dell’iniziativa: informazioni che vengono ordinariamente indicate nell’atto di preavviso alla questura”.

“L’intervento della pattuglia, trovatasi di fronte ad un gruppo di persone, a fronte delle tre preannunciate, era finalizzato – ribadisce ancora la nota – semplicemente a verificare con esattezza l’identità del promotore; la contemporanea identificazione di tutti i presenti, effettuata d’iniziativa dagli operanti per un eccesso di zelo, non aveva alcuna finalità di impedire l’esercizio delle libertà dei partecipanti all’iniziativa”.  Poi la scoperta: che ci faceva un ex terrorista rosso al presidio dei russi?

Franceschini è stato uno dei fondatori delle Brigate Rosse insieme a Renato Curcio e Mara Cagol. Originario di Reggio Emilia, si era avvicinato all’attività politica prendendo la tessera della Fgci nel 1962. Nel 69 usci’ dal partito dando vita ad un collettivo ”operai-studenti”, militando poi all’interno della ”sinistra proletaria” a Milano e diventando amico di Renato Curcio. Fu considerato uno dei ”colonnelli” delle Br e condusse il primo clamoroso sequestro, quello del giudice Mario Sossi. Si dissociò dalla lotta armata il 21 febbraio ’87 con una dichiarazione sottoscritta nel carcere romano di Rebibbia. Sulla sua storia e su quella delle Br ha scritto un libro ”Mara, Renato e io”.

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