Sorpresa in Russia: migliaia di russi in fila nel gelo per sostenere Nadezhdin, il candidato anti-Putin
Vladimir Putin è stato registrato ufficialmente come candidato indipendente alle elezioni presidenziali del prossimo marzo, dopo che la sua campagna elettorale ha raccolto le firme richieste, secondo una decisione presa all’unanimità dalla Commissione elettorale. Ma migliaia di russi sono in coda ogni giorno, a temperature polari da giorni in tutto il Paese per offrire la loro firma in sostegno della candidatura dell’oppositore Boris Nadezhdin.
In Russia Putin è il candidato super favorito, ma ci sono 4 concorrenti
Il Presidente uscente otterrà il suo quinto mandato al Cremlino, ma le code di fronte agli uffici della campagna di Nadezhdin non sono una buona pubblicità per il regime che ha oramai bandito ogni forma di protesta. Putin, ha scritto Nadezhdin nel suo manifesto, “ha commesso un errore fatale a dare inizio all’operazione militare speciale”. “Putin vede il mondo dal passato e trascina la Russia nel passato”, ha sottolineato Nadezhdin, che ha 60 anni ed è stato accademico, oltre che deputato. Il manifesto chiede quindi lo stop alla guerra e al reclutamento e alle repressioni delle persone Lgbtq e il riavvio di un dialogo con l’Ocidente,
Sono stati registrati fino a ora, oltre a Putin, anche altri tre candidati: del partito liberal democratico, Leon Slutsky, dei comunisti, Nikolai Kharitonov, e del partito del nuovo popolo, Vladislav Davankov, partiti rappresentati in Parlamento che esonerano i candidati a presentare firme in sostegno alla loro candidatura. La data termine per presentare le firme è il 31 gennaio.
Il messaggio di Boris Nadezhdin: “Dio è dalla mia parte”
“Putin è contro di me, ma Dio è dalla mia parte”, ha detto Boris Nadezhdin, possibile candidato dell’opposizione alle elezioni presidenziali di marzo, scardina il dogma del Cremlino, sottraendo allo zar, quantomeno a parole, il potere conferito dalla Chiesa. Nadezhdin, 60 anni, fisico, discendente di diversi pope ortodossi, ha promesso di porre fine “all’errore fatale” di Putin con l’inizio della guerra in Ucraina, al reclutamento, la liberazione dei prigionieri politici, Aleksei Navalny incluso, e anche il ritiro della campagna contro “Quello che farò ora, lo sostiene Dio”, ha affermato inoltre.