Ha venduto segreti militari ai russi: l’ufficiale di Marina Walter Biot condannato a 20 anni
La Corte di Assise di Roma ha condannato a 20 anni di carcere Walter Biot, il capitano di fregata, arrestato dai carabinieri del Ros il 30 marzo 2021 con l’accusa di spionaggio per aver passato documenti segreti a un funzionario russo in cambio di cinquemila euro. Nei confronti dell’imputato è stata decisa una pena maggiore rispetto a quanto chiesto dalla Procura, che con il pm Gianfederica Dito aveva sollecitato in 18 anni di reclusione.
Nei confronti del capitano di fregata, nell’inchiesta della pm Dito con Michele Prestipino, vengono contestate le accuse di spionaggio, rivelazione di notizie che per la sicurezza nazionale dovevano rimanere segrete e corruzione. Nel processo, che si è svolto a porte chiuse, sono parti civili, tra gli altri, la Presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Difesa rappresentate dall’Avvocatura dello Stato che ora dovranno essere risarciti.
Walter Biot è già stato condannato dal tribunale militare a 30 anni
Biot, detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, è sotto processo anche davanti ai giudici militari d’Appello. In primo grado, il 9 marzo scorso, il tribunale militare della Capitale ha condannato Biot a 30 anni di reclusione, accusato di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all’estero di notizie non segrete né riservate, sostenendo che ”le complessive risultanze processuali acquisite non lascino residuare dubbi in merito alla natura di segreto militare delle notizie che ne sono oggetto e, dunque, alla loro inerenza alla preparazione, forza difesa dello Stato”.
L’arresto in flagranza di reato di Walter Biot, a opera dei carabinieri del Ros, avvenne a marzo 2021 nel parcheggio di un supermercato nel quartiere di Spinaceto. I giudici hanno stabilito per l’imputato l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dalla pubblica amministrazione e il risarcimento di centomila euro alla presidenza del Consiglio.