Fulco Pratesi, l’ambientalista-star, imbarazza la sinistra con la teoria della pipì: ” Lo sciacquone non va tirato…”

12 Gen 2024 15:26 - di Leo Malaspina

“Se mi ronzano intorno, mi ribello e le scaccio ma poi mi pento. Per fortuna non sono appetitoso, le respingo, perché prendo i medicinali per l’artrite reumatoide. Però qualche pantofolata gliel’ho tirata anch’io. I ratti però mi piacciono, sono simpatici. Nella casa di campagna, a Viterbo, ce n’era uno che ci mangiava la frutta.
Abbiamo piazzato una trappola di quelle antiche, che non fanno male, una gabbia piena di semi di girasole. Catturato, lo abbiamo portato a un chilometro da lì. Il giorno dopo era già tornato”. Non è la prima volta che Fulco Pratesi, il guru dell’ambientalismo di sinistra espone le sue teorie originali sugli animali, la pulizia, l’acqua da razionare e la doccia da fare con parsimonia ma stavolta, a 89 anni suonati, il fondatore e ora presidente onorario del Wwf italiano, già parlamentare dei Verdi, esagera davvero nei paradossi, nella sua intervista al Corriere della Sera

Fulco Pratesi ex cacciatore che oggi odia solo i cinghiali

Pratesi non se la sente di giudicare male neanche insetti, come gli scarafaggi, notoriamente fastidiosi: “Non ne vedo da anni. Poverini, colpa delle scope e dell’aspirapolvere. Ma sono bellissimi e intelligentissimi…”. Come i ratti, di cui si dichiara amante. Poi confessa il suo passato da cacciatore. “All’epoca si usava così. Nel 1954,a 19 anni, partii per il Kenya per la mia prima battuta di caccia. Una traversata lunghissima, su un’altra carretta del mare, fino a Mombasa. Presi solo una gazzella e un facocero. Tornato a Roma, gli amici mi prendevano in giro chiamandomi “Buana”. Nel 1963 decisi di esplorare la penisola di Kamchatka, con Franco, un mio amico fotografo. Su una 500, attraversammo Grecia e Turchia. Armato di fucilone, mi preparavo per la caccia all’orso bruno. Mentre eravamo appostati lungo un torrentello, ci passò davanti una magnifica orsa con tre piccoli. Non ci guardò nemmeno. Non mi avvicinai. Commosso, restai fermo a disegnarli sul mio blocco. Franco invece avanzò di qualche passo e li spaventò. Scappammo sia noi che loro. Al ritorno vendetti il fucile. Non ho mai più ucciso un animale“. Quelli che non ama, invece, sono i cinghiali: “Stanno diventando invadenti, attratti dai rifiuti. Colpa dei cacciatori che li hanno importati dall’Ungheria. In campagna mi hanno distrutto le piante di ceci e di fagioli, spianato un intero campo di grano, uccidono lepri e fagiani”.

La teoria dell’acqua preziosa ma “superflua”

La sua teoria sull’acqua da risparmiare ormai è leggenda: “Uso solo una spugnetta. Certo, tanto sono pulito. L’acqua è tremendamente preziosa, in Italia ognuno ne spreca 400 litri al giorno. La vasca non serve, la doccia? Mai fatta, da quando giocavo a rugby, tutta quest’acqua che cade in testa mi dà fastidio e secondo me fa perdere i capelli, infatti io li ho ancora belli folti. Lo shampoo? Uno ogni 10 giorni. Barba una volta al mese, denti con spazzolino appena umido”. Infine, la teoria della pipì, la più imbarazzante, lo sciacquone a rate. “Si tira ogni tre pipì, per il resto è concesso. Di che vi stupite? I gorilla non si lavano mai”.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *