Disastro Schlein: non condanna la guerriglia di Vicenza e provoca l’ira dei suoi. Delrio suona la carica

21 Gen 2024 10:50 - di Vittoria Belmonte
Schlein disastro

Elly Schlein e la sua strategia politica: un disastro. Ed è anche una sintesi gentile. La segretaria ne sta combinando di tutti i colori, e non si intravede dietro questa catena di scivoloni una prospettiva che non sia quella dell’autolesionismo. I suoi si vedono a Gubbio e lei li snobba, poi ci va e dice che era assente perché era al cinema. Quindi afferma che l’Italia non deve inviare armi a Israele e si becca una rispostaccia di Tajani (non le mandiamo infatti). Ma in quella frase non c’è solo imperizia. C’è anche l’intenzione di schierarsi. Frase infelice perché sembra benedire l’assalto dei centri sociali a Vicenza contro gli operatori israeliani in Fiera.

Schlein resterà muta, come fa notare Tommaso Foti:Condanna i saluti di Acca Larenzia e tace sui disordini causati dai centri sociali“. Non tace invece sulla scelta di coscienza della consigliera veneta Anna Maria Bigon, che definisce una “ferita”. Altro incidente dialettico che scatena il malumore dell’ala cattolica dem. «Se puniscono Bigon mi autosospendo dal partito», ha minacciato su Avvenire Graziano Delrio. E ha aggiunto: «Su questi temi mai, e ripeto mai, la disciplina di partito può sovrastare la coscienza».”

“Si infiamma – scrive il Corriere – la chat dei senatori dem. Sono diversi a commentare le sue parole: «La libertà di coscienza ha rappresentato un tratto identitario del Pd sin dalla sua fondazione», osserva Alessandro Alfieri. Su questo punto il solitamente cauto Lorenzo Guerini è netto ed esprime pubblicamente il suo dissenso dalla linea della segretaria secondo cui Bigon avrebbe dovuto disertare il voto: «Sulle questioni eticamente sensibili si deve avere grande rispetto della sensibilità di tutti.

Sui fatti di Vicenza parla però Piero Fassino: “Quel che è accaduto a Vicenza indica quanti danni stiano producendo la criminalizzazione di Israele e la diffusione di pulsioni antisemite e antiebraiche verso cui è colpevole e inescusabile ogni forma di passività”. Anche quella, si capisce bene, della segretaria Schlein.

Il bilancio della due giorni di Gubbio è la fotografia di un partito allo sbando. Ne è consapevole l’organizzatrice, la capogruppo Pd alla Camera Chiara Braga che oggi sul quotidiano Domani appare sulla difensiva in una intervista dove non fa che ripetere che nel Pd ci sono anime diverse che si confrontano sui temi della pace e della guerra. Un modo diplomatico per dire che il Pd non ha una linea. Blanda la difesa della segretaria indifferente all’incontro: aveva un’agenda intensissima. Poca chiarezza anche sulla candidatura alle europee. Non si sa nulla. A che è servita allora Gubbio? “l’obiettivo della riflessione è stato raggiunto”. Contenti loro.

 

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