Delitto Tramontano, Impagnatiello piange: “Chiedo scusa”. La sorella e il padre di Giulia escono dall’aula
Il 30enne ex barman, reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello, si è presentato in jeans e barba lunga. In aula i familiari della vittima, il padre e la sorella hanno un solo grido: «Vogliamo giustizia». Nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Milano si è aperto il processo per l’uccisione della ex fidanzata. Un omicidio efferato compiuto contro la donna in stato interessante. E’ accusato di omicidio aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi e dal vincolo affettivo, di occultamento di cadavere e procurata interruzione di gravidanza.
Delitto Giulia Tramontano, il pianto dell’omicida nella gabbia
Davanti all’assalto di telecamere e fotografi, il 30enne ha abbassato lo sguardo, è rimasto in silenzio. Ha pianto e si è asciugato le lacrime dal viso con un fazzoletto bianco. Ha poi rilasciato alcune dichiarazioni spontanee. «Sono sconvolto e perso», ha detto. «Da quel giorno non vivo più, ogni sera spero di non svegliarmi più. Ho distrutto la vita di Giulia e Thiago. Mi scuso. Non posso chiedere perdono». La famiglia della 29enne incinta di 7 mesi uccisa il 27 maggio a Senago, nel Milanese, chiede che venga condannato all’ergastolo. L’avvocato Giovanni Cacciapuoti è categorico: “Per lui la condanna che merita”. Alessandro Impagnatiello piange e, con voce tremante, chiede scusa più volte alla famiglia di Giulia Tramontano. Chiara – la sorella della vittima – è uscita dall’aula seguita dal padre -. Indignati, non intendono ascoltare altro. Impagnatiello dice: “anch’io sono andato, anch’io non vivo più”.
Impagnatiello: “Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e Thiago”
“Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e di nostro figlio”. È uno dei passaggi delle dichiarazioni spontanee di Impagnatiello. “Ogni sera spero di non svegliarmi più. Non ci sono parole corrette da dire – afferma- .Quanto fatto resterà una cosa per sempre inspiegabile”. L’omicidio di Giulia e Thiago è stata di “una disumanità che mi ha sconvolto”, dice a voce bassa e incerta.
Il Comune di Senago chiede di essere parte civile
Coi giornalisti, prima di entrare nell’aula, ha parlato anche l’avvocato ed ex pm Antonio Ingroia, che rappresenta il Comune di Senago. Il quale chiede di essere parte civile. “E’ una scelta importante e coraggiosa quella del Comune – ha detto Ingroia – i cittadini di Senago sanno da che parte stare, si vuole incoraggiare tutti i Comuni di Italia a dimostrare che si sta dalla parte giusta”. È evidente, ha aggiunto l’ex pm siciliano, la “premeditazione lucida e spietata, e’ un esempio di brutalita'”. Come per le condotte mafiose, ha proseguito, “c’e stata da parte sua la precostituzione di impunita'”. E infine: “Non credo che ci siano tracce o indizi su un vizio di mente, c’e’ stata lucidita’ nell’intento criminale”.