Che pena il “machismo” di sinistra contro la Venezi. Lei li stronca: “Eh sì, sono donna e non di sinistra”

25 Gen 2024 11:35 - di Lucio Meo

Il maestro Francesco Piersanti, compositore di colonne sonore non di destra, anzi, ma amico e riferimento musicale di Nanni Moretti, al quale regalà le musiche del film “Il Caimano”, interamente dedicato a Silvio Berlusconi, ma non esattamente un omaggio al Cavaliere, non vedeva l’ora di far sapere al mondo, come già aveva fatto nel 2022, che lui considera Beatrice Venezi una pessima direttrice d’orchestra. Ma mica perché è amica della Meloni, collabora con il ministro Sangiuliano e si considera più vicina alla destra che alla sinistra… Nooooooo, per carità. Manco l’avessero contestati i “partigiani” conunisti a Nizza, a Natale, accusandola di melonismo…

I maschi di sinistra contro la Venezi donna di destra. “Ma la politica non c’entra…”

Sta di fatto che il “maestro” si è unito con entusiasmo alle critiche arrivate da altri “maschietti” dell’Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo, con classe ed eleganza, eh. Tipo quella del flautista della Foss (Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana) da quasi 40 anni Claudio Sardisco: “Se nessuno di noi si è mosso è perché la direttrice d’orchestra ha solo complicato il nostro lavoro: sarebbe stato più facile suonare senza di lei. La scena se l’è presa lei, ma il lavoro sporco lo abbiamo fatto noi orchestrali”.
Piersanti, quello del Caimano, ne ha approfittato subito: «È intollerabile continuare a spacciarsi per qualcuno che ha delle qualità particolari che evidentemente non si possiedono. Nel panorama musicale la considerano quasi tutti incompetente, solo che nessuno vuole esporsi per paura di ripercussioni. Beatrice Venezi ha uno schermo di protezione notevole. Credo che in molti non si espongano temendo ripercussioni sul proprio lavoro. Quando scrissi una lettera al Foglio, sottolineando l’ineleganza della Venezi di presentarsi come direttore d’orchestra in Senato considerata l’investitura politica appena ricevuta, ricevetti una serie di messaggi di condivisione del mio pensiero da parte di persone importanti del panorama musicale. Tutti privati. Nessuno di questi si espose pubblicamente. Il commento dei tanti amici orchestrali che hanno lavorato con lei è sempre lo stesso: “Meglio non parlarne”». Ma la politica non c’entra, eh, e neanche il “machismo” musicale, sono solo critiche di un maestro. Il riferimento alla dittatura “fascista” che spaventerebbe chi osa criticare la musicista del regime, è velato, ma neanche tanto.

La musicista amica della Meloni ha un sospetto…

Lei, oggi, sul Giornale, quasi ne sorride, però. “A Sanremo Laura Boldrini innescò la polemica e sostenne che mancavo di autostima perché non mi facevo chiamare maestra. Ma il mio titolo è maestro, in italiano non c’è il neutro, c’è un maschile, come dire, inclusivo…”, spiega Beatrice Venezi. Che negli attacchi dei maschietti della musica, lei però qualcosa di strano la nota, ingenuamente… “Eppure sono una tra i pochi direttori d’orchestra donna. E sono stata la prima donna a dirigere in Armenia, in Georgia, in Azerbajan. Ho condotto oltre 200 concerti e più di 70 recite d’opera. Ma se non sei dalla parte giusta… Quale? Il mondo della musica è stato dominato, come quello della cultura in generale, dalla sinistra. Io esprime dei valori che appartengono a questo mondo”.
E sulle critiche degli orchestrali di Palermo spiega: “Strano, se un direttore non funziona, gli orchestrali lo sfiduciano apertamente, senza tanti giri di parole. Non mi pare sia successo a Palermo. Comunque, tre comunicati stampa, uno delle prime parti, smentiscono la versione di una piccola minoranza di tre professori su oltre settanta elementi in organico ‘perché non corrispondente alla realtà’ e nello stesso pezzo di Repubblica il primo violino Pasquale Faucitano mi fa i complimenti e mi definisce ‘una professionista seria e preparata’. Il tutto verrà valutato dai miei avvocati. Però io devo sempre dimostrare qualcosa in più. Ad altri è permesso tutto…”

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