Calenda piccona la Schlein: “Non tollero le sue banalità, il suo Pd sa dire soltanto che è antifascista”
Le parole di Carlo Calenda sono al veleno, non solo sul Pd ma anche contro la Schlein, al punto da far quasi ipotizzare un riavvicinamento ai grillini, da sempre invisi al leader di Azione. O magari con qualche ex grillino, come Pizzarotti. “Io penso che il M5s ha fatto una evoluzione. Era un ‘non partito’ all’inizio, ha preso il 33% e poi è crollato perché aveva promesso troppo. Invece di farlo chiudere andando ad elezioni, il Pd ha deciso di salvarlo, cosa per me incomprensibile, ed ha costituito il Conte del Covid. Ora le predìco che se il Pd si mette insieme con i 5s è più credibile Conte, da cui io sono molto lontano, di Schlein. Agli elettori della sinistra, del Pd, a cui hai raccontato che Conte era il miglior presidente del Consiglio possibile, come fai a raccontare adesso che è la Schlein la miglior candidata a presidente del Consiglio?”. Su Rai Radio 1, in questi termini, Calenda pone la domanda delle domande. Si sono andati a costruire quello che sconsigliavano i francesi: non mettersi un nemico alla sinistra e oggi i 5S sono un competitor molto forte che secondo me ha la possibilità di fare un lavoro molto insidioso per Schlein”, conclude.
Il leader di Azione e i consigli alla sinistra
“Essere di sinistra vuol dire innanzitutto occuparsi di diritti sociali, che la nostra costituzione riconosce: salario giusto, salute e diritto all’istruzione. Tre diritti che ultimamente sono un po’ scricchiolanti”, prosegue Calensa a “Giù la maschera”, il programma condotto da Marcello Foa nella puntata odierna dedicata al tema “La sinistra alla ricerca di una nuova identità”. “C’è un sistema politico che non è riuscito a fare scelte strutturali. Il concetto è: ti do qualcosa immediatamente qualcosa, come una piccola riduzione sulle tasse, ma i tuoi diritti fondamentali, come può essere il livello di preparazione dei ragazzi a scuola che è al di sotto della media europea, non riesco a metterli apposto. Io venivo da aziende che vincevano nel mondo e per cui il progresso tecnologico e la globalizzazione erano la vittoria. Ma così non è andato. I posti di lavoro si sono spostati da occidente a oriente e questo ha travolto la classe media, e l’ha resa disperata”.
Calenda ha quindi ricordato come i liberali progressisti “hanno sostenuto che la globalizzazione era solo inevitabile e ingestibile, e che doveva fare il proprio corso. Così la tecnologica. La globalizzazione è cambiata dal 2000 a oggi. Per esempio, oggi nei confronti della Cina l’Europa, che era disarmata, è più forte: pensiamo ai danzi e alle leggi antidumping che sono state introdotte. La politica commerciale europea si fa anche con un lavoro molto lungo. Come con l’armonizzare la tassazione sui capitali e gli utili aziendali”.
Le parole di Calenda che fanno male alla Schlein
Dopo aver consigliato alla sinistra di seguire Conte e non la segretaria del Pd, Calenda spiega anche meglio perché. “Non vado d’accordo con Elly Schlein su moltissime cose: sulla sua idea semplicistica sulla transizione ecologica; non vado d’accordo sul suo posizionamento internazionale perché puoi dire sono contro l’invio delle armi all’Ucraina o dire che sei a favore, ma dire che sei a favore dell’invio di qualcosa che non puoi chiamare armi e magari sono trottole o girelli non funziona; e sono contrario all’idea di Schlein e di tutto il Pd di dire che in politica loro sono i buoni, io penso che dire che i migranti vanno salvati è una banalità su cui concordiamo tutti, ma come pensi di gestirli?”. “Il Pd queste cose non le dice mai – prosegue- a parte dire siamo buoni e antifascisti. La sua è una politica che diventa moralismo e non spiega mai come risolvere le cose”.