Autonomia, martedì il via libera al Senato. Quali sono le competenze attribuibili alle Regioni e cosa sono i Lep
È atteso per domani, martedì 22, il voto finale del Senato sul ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata. Il testo dovrà poi passare alla Camera. La legge vuole dare attuazione a quanto previsto dal terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione ai sensi del quale, sulla base dell’intesa con lo Stato, possono essere attribuite alle Regioni a statuto ordinario che ne facciano richiesta forme e condizioni particolari di autonomia in 23 materie. Si va dalla salute all’istruzione, dallo sport all’ambiente, passando per energia, trasporti, cultura e commercio estero.
Cosa sono i Lep e perché sono cruciali
L’Autonomia differenziata prevede anche la possibilità, da parte delle stesse Regioni, di trattenere il gettito fiscale legato alle erogazioni del servizi per l’utilizzo di quelle risorse sul proprio territorio. Le funzioni autonome potranno però essere attribuite solo dopo aver determinato i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, ovvero il livello minimo di servizi da rendere al cittadino in maniera uniforme in tutto il territorio, dalla Val d’Aosta alla Sicilia. Inoltre, per evitare squilibri economici fra le Regioni che aderiscono all’autonomia e quelle che non lo fanno, il disegno di legge pensa a misure perequative. Per quanto riguarda i tempi la procedura per l’intesa fra Stato e Regione dovrà durare almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni concessi alle Camere per l’esame delle richieste. Le intese potranno durare fino a 10 anni, rinnovate o terminate prima con un preavviso di almeno 12 mesi.
L’emendamento di FdI che scongiura le disparità
Proprio i Lep sono stati al centro di un emendamento presentato da FdI e approvato con parere favorevole del governo, che assicura “i medesimi Lep sull’intero territorio nazionale, ivi comprese le Regioni che non hanno sottoscritto le intese al fine di scongiurare la disparità di trattamento tra Regioni”. La modifica del testo sull’Autonomia approvata al Senato inoltre prevede che questo avvenga “coerentemente con gli obiettivi programmati di finanza pubblica e con gli equilibri di bilancio”.
Quali sono le materie che le Regioni possono chiedere in base all’Autonomia
Più nel dettaglio, le materie che possono essere attribuite alle Regioni che ne faranno richiesta, sentiti gli enti locali, sono quelle indicate nell’articolo 117 della Costituzione, commi 2 e 3: organizzazione della giustizia di pace; norme generali sull’istruzione; tutela di ambiente, ecosistema e beni culturali; rapporti internazionali e con l’Ue; commercio estero; tutela e sicurezza del lavoro; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; salute; alimentazione; Protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; reti di trasporto e di navigazione. E, ancora, ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; finanza pubblica e sistema tributario; promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito; enti di credito fondiario e agrario.