Reddito di cittadinanza, un’altra gigantesca truffa da 3 milioni di euro. Come agiva il Caf “dei miracoli”
Reddito di cittadinanza, nuova mega- truffa da 3 milioni e oltre 900 indagati. Speriamo siano gli ultimi colpi di coda della misura grillina, ormai superata dall’assegno di inclusione. La Guardia di Finanza di Cosenza ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di una persona indagata per truffa ai danni dello Stato. Da qui è partita una “filiera” di oltre 900 persone, indagate a vario titolo anche per reati di indebita percezione del reddito di cittadinanza; indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento, abusiva attività finanziaria e riciclaggio.
Reddito di cittadinanza: romeno operatore di un Caf arrestato
Le indagini, coordinate dalla Procura di Cosenza e condotta dai Finanzieri del Gruppo Cosenza, hanno consentito di ricostruire uno strutturato contesto illecito: finalizzato all’indebita percezione di Reddito di Cittadinanza e di altri sussidi. Le investigazioni hanno permesso alle Fiamme Gialle di identificare un Centro di Assistenza Fiscale nel comune di Cosenza. Il quale acquisiva documenti di identità di persone residenti all’estero, al fine di avviare numerose pratiche relative al Rdc, al Rem (Reddito di Emergenza) ed assegni familiari. Gli indagati, privi dei requisiti per accedere a tali benefici, ricevevano il denaro, anche con l’utilizzo di servizi di money transfer. E trasferivano al Caf parte della somma a titolo di corrispettivo per le attività svolte. L’uomo finito in manette è un rumeno da tempo residente in Italia, operatore di un Caf.
RdC, mega truffa: Isee truccati, residenze fittizie
In particolare, gli investigatori hanno riscontrato come il Centro di Assistenza Fiscale, nell’inoltrare le domande di sussidio, utilizzasse in alcuni casi residenze fittizie: al solo scopo di creare nuclei monofamiliari e con bassi valori di Isee; ovvero riportasse più soggetti o nuclei familiari presso il medesimo indirizzo di residenza. In altri casi, si procedeva all’indicazione di false utenze telefoniche, anche intestate a persone diverse dai richiedenti o a soggetti del tutto inesistenti nonché l’indicazione di modelli Isee fittizi o viziati. Come rilevato dagli inquirenti, diversi documenti venivano reperiti presso l’abitazione, impiegata quale base logistica da uno dei referenti del Caf – i giornali locali l’hanno definito “il Caf dei miracoli”- direttamente all’estero per la successiva lavorazione delle pratiche in Italia. Ulteriormente, è stato individuato un ufficio postale nell’hinterland cosentino, impiegato per il materiale ritiro di alcune carte del Rdc.
“Strutturato contesto illegito”: i danni della misura grillina
Le indagini hanno, inoltre, consentito l’individuazione di diversi soggetti economici insistenti nella Provincia di Cosenza; presso i quali avveniva la monetizzazione dei flussi finanziari delle carte illegittimamente ottenute: come riscontrato per una ditta individuale, la quale fungeva da vero e proprio cash point con oltre 500.000 euro di operazioni riscontrate. La dimensione della frode accertata dai militari comprende oltre 900 soggetti di origine comunitaria ed extracomunitaria. Per un volume di importi indebitamente percepiti pari ad oltre 3.000.000 di euro dal 2019 al 2022. Tra questi, come accertato attraverso rogatoria internazionale, un soggetto di nazionalità rumena, familiare di uno degli indagati, sebbene percepisse il sussidio statale, risultava titolare di azienda agricola operativa in Romania, con un volume d’affari di oltre 150.000 euro.