Un ragazzo ribelle e una donna contesa: il killer di Giulia legge un libro di Puskin un po’ autobiografico

29 Nov 2023 11:06 - di Leo Malaspina

Un padre severo, un figlio ribelle spedito a prestare il servizio militare all’avamposto di Belogorsk, un bandito, una giovane donna contesa. Sullo sfondo di una Russia attraversata dalla rivolta cosacca di Pugacëv, tra duelli, scontri e prigionie. Nel libro scelto dal killer di Giulia Cecchettin, Filippo Turetta, Aleksandr Puskin narra il contrastato amore tra due giovani, il nobile Grinëv e la dolce Masa, che per coronare il loro sogno dovranno superare innumerevoli traversie. E forse la trama non è casuale,  e “La figlia del capitano” di Aleksandr Puškin in qualche modo ripercorre i tormenti del giovane Filippo che lo hanno portato al terribile femminicidio della fidanzata.

I libri che legge in carcere il killer di Giulia Cecchettin

Filippo Turetta, che in carcere aveva chiesto dei libri per passare il tempo in cella, è stato accontentato. Dalla biblioteca della casa circondariale di Verona Montorio, dove è recluso per l’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, secondo quanto apprende Adnkronos, gli sono stati dati in prestito il romanzo di Puškin, ma anche un giallo di Agatha Christie.

Oggi Filippo Turetta, in carcere con l’accusa di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, incontrerà – per la prima volta dietro le sbarre del carcere di Verona – i suoi genitori, mamma Elisabetta e papà Nicola. L’incontro, che lo studente universitario ha chiesto appena ha varcato l’ingresso della casa circondariale di Montorio, è arrivato con il via libera della procura di Venezia, a poche ore dall’interrogatorio di garanzia in cui ha ammesso di avere ucciso l’ex fidanzata.

La confessione: “L’ho uccisa io”

“Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata” aveva detto ieri lo studente di Ingegneria biomedica assistito dall’avvocato Giovanni Caruso. “Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera” ha raccontato al giudice e al pm Andrea Petroni che nei prossimi giorni potrebbe interrogarlo per mettere insieme tutti i pezzi di quel sabato 11 novembre quando i due compagni di università – dopo una serata passata in un centro commerciale di Marghera – si ritrovano a Vigonovo, nel parcheggio a 150 metri dalla villetta della famiglia Cecchettin.

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