Saman, in aula è il giorno della difesa, manca solo la madre Nazia, sparita nel nulla: un mistero lungo 29 mesi

28 Nov 2023 20:07 - di Lorenza Mariani
madre Saman

Al processo per l’omicidio di Saman manca solo lei, la madre Nazia Shaheen, latitante quasi certamente in Pakistan, nonostante il marito Shabbar Abbas alla domanda su dove si trovi la moglie – scomparsa 24 ore dopo l’assassinio della figlia – abbia tentato, ancora una volta, di depistare gli inquirenti dicendo di non avere sue notizie. E ipotizzando che potesse trovarsi in Europa (dove però, guarda caso, gli investigatori a caccia della donna, di lei non hanno trovato tracce)…

Omicidio Saman, la madre Nazia Shaheen latitante da 29 mesi

Come riferisce Il Giornale sul caso, invece, sembra che ai suoi legali, «gli avvocati Enrico Della Capanna e Simone Servillo, l’uomo (Shabbar Abbas ndr) avrebbe detto che quando è stato arrestato “la moglie si trovava in casa”». Fatto sta che, al momento, Nazia Shaheen risulta introvabile. Le ultime immagini disponibili della donna risalgono al giorno dopo l’omicidio di Saman – come ormai tristemente noto, uccisa a Novellara nella notte tra il 30 aprile e il 1°maggio del 2021 – quando le telecamere di sicurezza dell’aeroporto di Malpensa ne registrano il passaggio all’imbarco di un volo diretto a Islamabad assieme al marito.

Sulla donna pende un mandato di cattura e una “red notice” dell’Interpol

Eppure, da quel momento sulla donna – latitante da 29 mesi e a tutt’oggi grande assente al processo ai 5 imputati in corso nell’aula della Corte di Assise del Tribunale di Reggio Emilia – cala una pesantissima ombra di mistero. L’unica certezza è che su di lei, pende un’accusa pesantissima: quella di aver consegnato la figlia nelle mani dei suoi carnefici. Un campo d’imputazione terrificante, che giustifica il mandato di cattura, emesso dal Pakistan lo scorso novembre, e un avviso diffuso dall’Interpol su richiesta di una forza di polizia nazionale (red notice), memorizzato negli archivi dell’Interpol che può essere visualizzato immediatamente dalle forze dell’ordine di tutto il mondo.

La madre di Saman sembra svanita nel nulla, ma in realtà potrebbe trovarsi nel Punjab

Secondo quanto ipotizzano gli inquirenti, allora, Nazia Shaheen potrebbe trovarsi nella regione del Punjab. Forse addirittura nello stesso villaggio in cui si era rifugiato il marito, poi arrestato ed estradato in Italia. Ma ad oggi sembra comunque svanita nel nulla. Così, mentre oggi Luigi Scarcella, difensore di Noumanullaq Noumanullaq, cugino di Saman Abbas imputato nel processo per l’omicidio e l’occultamento di cadavere insieme a un altro cugino, a uno zio e ai genitori della vittima, ha avanzato per il suo assistito «la richiesta di assoluzione per non aver commesso nessuno dei fatti contestati» (mentre per Noumanullaq la Procura ha chiesto 30 anni di reclusione), Nazia non era lì.

L’agghiacciante ruolo della madre di Saman nella pianificazione dell’omicidio della figlia

Lei, che nell’omicidio della figlia, ha tramato e fatto da esca, non è alla sbarra a rispondere del suo crudele operato. Secondo gli inquirenti la donna, 52enne, avrebbe avuto un ruolo fondamentale nella pianificazione dell’omicidio, attirando Saman nella trappola mortale da cui non avrebbe avuto scampo. In base alla ricostruzione degli inquirenti, motivata dagli accertamenti investigativi, infatti, nei giorni precedenti il delitto la madre avrebbe tramato in modo a dir poco raccapricciante, inviando a Saman un sms in cui supplicava la figlia di tornare a casa. «Ti prego fatti sentire, torna a casa. Stiamo morendo. Torna, faremo come ci dirai tu».

La trappola con un sms e quella conversazione con il figlio…

Un sms, quello materno, che Saman interpretò come una bandiera bianca sventolata dai suoi: ma che invece nascondeva l’insidia più grande e agghiacciante. Dietro quel messaggio, infatti, i genitori della 18enne avevano già apparecchiato la tragica sorte della figlia. Una morte, secondo gli inquirenti, commissionata per riparare al «disonore» causato dal rifiuto della figlia alle nozze combinate con un cugino in Pakistan. E una pianificazione, quella dell’uccisione di Saman, che una conversazione Whatsapp del 30 agosto 2021 rivela e conferma.

Poi la consegna della figlia nelle mani dei suoi carnefici

Quando, parlando con il figlio, Nazia dice: «Di lei non è che non sai… non sei bambino, sei giovane ma comprendi tutte le cose». E ancora: «Pensa a tutte le cose, i messaggi che ci facevi ascoltare la mattina presto. Pensa a quei messaggi, pensa e poi dì se i tuoi genitori sono sbagliati». E il pensiero torna a quella sera del delitto, quando le telecamere intorno alla casa dove la famiglia Abbas viveva a Novellara, inquadrano Nazia Shaneen che accompagna la figlia, consegnandola nelle fauci dei suoi aguzzini. Un omicidio brutale, di cui la donna non ha ancora neanche cominciato a rispondere.

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