Riforme, Rampelli: “Bene il premierato e il voto di preferenza, nostra battaglia storica. Basta governi di 8 mesi”

14 Nov 2023 19:39 - di Alessandra Parisi

“Vogliamo dare ai cittadini il potere di decidere da chi essere amministrati. In questo senso l’elezione diretta in quanto tale è già una norma antiribaltone“. Così Fabio Rampelli intervistato da Il Dubbio. “Il fatto che per impedimenti di qualunque genere possa esserci la possibilità di convergere su una persona diversa rispetto al presidente del Consiglio eletto è un’opportunità per proseguire la legislatura nel solco delle scelte degli elettori”.

Rampelli: bene il premierato, è una norma antiribaltone

Il vicepresidente della Camera scende in campo nel dibattito sulla riforma costituzionale delineata dal Consiglio dei ministri all’insegna dell’elezione diretta del capo del governo. “Già oggi vediamo situazioni come quella dell’elezione diretta dei presidenti di Regione, ai quali, in determinate circostanze, sono subentrati i vicepresidenti. E anche nei Comuni. Quando il sindaco cade, non è che si dissolve l’amministrazione ma esiste comunque un governo per gli affari ordinari che prosegue il lavoro. Bisogna vedere qual è il perimetro temporale nel quale il subentrante è chiamato ad agire. E questo – chiarisce Rampelli – lo potrà stabilire il Parlamento nel corso dell’esame. La riforma è sul tavolo e può essere integrata e migliorata. Tutti chiediamo di rendere protagoniste le Camere ed è quello che accadrà”.

Il premio di maggioranza dà stabilità

Sulla legge elettorale, il parlamentare di Fratelli d’Italia non ha dubbi. “Il premio di maggioranza sancisce la stabilità dei governi locali, quindi è corretto. Così come sarebbe corretta l’introduzione del voto di preferenza. Se va bene per Comuni e Regioni non capisco perché non dovrebbe andar bene per il Parlamento nazionale. Penso che i cittadini debbono decidere da chi farsi rappresentare. Non lo devono decidere segretari e apparati. Questa è una storica battaglia di FdI “, insiste.

Via libera al voto di preferenza, nostra storica battaglia

“E immagino che una volta approvata la riforma si prenderà in considerazione questa nostra antica proposta”. Rampelli, come la maggioranza, non vede alcuni rischio avanzato dalle sinistre di lesioni delle prerogative del Presidente della Repubblica. “Le prerogative del capo dello Stato rimangono intatte e il Colle continuerà ad essere figura terza e garante della Costituzione. Queste osservazioni sono tipiche di chi non vuole cambiare nulla”.

Basta con i governi balneari e la sfiducia costruttiva

Abbiamo sperimentato tutta la fragilità del nostro sistema – conclude il vicepresidente dell’assemblea di Montecitorio – e abbiamo potuto constatare, osservando la storia d’Italia, che i governi hanno avuto una durata media di otto mesi. Siamo ridicoli agli occhi del mondo. In una dinamica mondiale, con una globalizzazione che dal 1989 in poi ha rivoluzionato tutti i processi istituzionali, trovarsi incapaci di dare stabilità ai governi significa produrre un danno per la comunità e per la nazione”. Bandita la cosiddetta ‘sfiducia costruttiva‘. “Non è altro che il pertugio attraverso il quale far rientrare dalla finestra il trasformismo che noi vogliamo cacciare dalla porta principale”.

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