Nell’onda fucsia anche cori per gli stupratori di Hamas. FdI: “Schlein e Landini li hanno sentiti?”

26 Nov 2023 11:10 - di Giovanni Pasero

«Ieri un’onda fucsia ha attraversato moltissime città italiane. In piazza tantissimi giovani, ma anche tanti papà e tante mamme. Tutti uniti dalla voglia di dire basta a una mattanza che sembra senza fine. Eppure, c’è chi ha pensato di strumentalizzare quelle piazze, quel moto di sdegno verso la violenza contro le donne che accomuna tutti noi, da destra a sinistra, per fini politici, per un tornaconto personale. Qualcuno che ha pensato di macchiare quell’onda con cori contro Israele e contro il governo e, ancora, di assaltare la sede di Pro Vita. Gesti indegni e irrispettosi soprattutto per quelle migliaia di persone che ieri chiedevano solo, al contrario, di fermare la violenza in tutte le sue forme». Lo dice il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti.

Nell’onda fucsia cori pro Hamas: Foti stana Schlein e Landini

«Schlein e Landini erano in quella piazza. Condannino senza se e senza ma – sollecita il parlamentare FdI – i cori a favore di Hamas, lo stesso Hamas che ha usato gli stupri del 7 ottobre come una bandiera da sventolare contro il suo nemico e l’attacco alla sede di Pro vita. Perché – conclude Foti – le parole sono importanti e la logica dei due pesi e due misure di questa Sinistra merita di essere abbandonata. Almeno questa volta».

Una posizione ribadita dal ministro per la Famiglia, la natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella.  «Mi dispiace – ha detto la Roccella a SkyTg24 – che la manifestazione di ieri di Roma che poteva essere una grande occasione sia stata sprecata per motivi ideologici, come ha sottolineato oggi una filosofa femminista, Adriana Cavarero. È stato grave inserire nella manifestazione la questione della Palestina. La mobilitazione delle donne non deve essere inquinata da ideologia e troppa partigianeria politica».

Sisto: “Non possiamo limitarci allo sdegno a tempo”

Un’analisi condivisa da altri esponenti del governo. «Negli ultimi anni l’Italia ha conosciuto una serie di norme importanti contro la violenza sulle donne. Penso allo stalking, al revenge porn, al codice rosso e, da ultimo, alla legge Roccella. Ma è evidente che le norme, anche le più evolute, da sole non bastano». Così ad Agorà, su Rai Tre, il vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto.

«Serve la prevenzione – ha aggiunto l’esponente di Forza Italia – con percorsi formativi fin dalla più tenera età che insegnino non solo a rispettare il proprio interlocutore in tutte le sedi e in tutti i modi, ma a rispettare il valore della vita». «Oggi sembra che la vita valga zero, e proprio il travolgimento del rispetto della vita è il dato più drammatico – aggiunge -. Non è possibile che per un “no” male incassato si uccida un’altra persona. Dunque norme moderne ed efficaci , sì, ma insieme alla prevenzione e alla formazione, a partire dalle Forze dell’ordine che raccolgono le denunce, fino ai magistrati e agli avvocati. Non possiamo limitarci allo sdegno “a tempo”, serve un impegno quotidiano, e di ciascuno di noi».

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