La Russa al congresso di Magistratura Democratica: la prima volta di un presidente del Senato

10 Nov 2023 18:05 - di Gabriele Alberti
La Russa Md

E’ un inedito. “Ho risposto a un invito molto cortese che mi onora”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, prima di prendere parte al 24esimo Congresso di Magistratura Democratica, in corso a Napoli. “Credo sia la prima volta che un presidente del Senato partecipi a un congresso di Md. Credo che sia veramente un inedito, non credo ci sia un precedente. Mi riempie di orgoglio, sono conscio che sono stato invitato in quanto presidente del Senato. Ma questo non mi dispiace, anzi. Testimonia una volontà della vostra organizzazione di confrontarsi con le istituzioni più alte, non con le persone. Ho quindi voluto fortemente essere qui oggi non solo per il profondo rispetto che nutro per la magistratura italiana”. Sono le parole del presidente del Senato intervenuto al 24esimo congresso di Md, la corrente di sinistra delle toghe. “Sono orgoglioso di essere qui anche perché ritengo che la partecipazione e il dialogo e soprattutto l’apertura all’ascolto a ogni livello siano un valore irrinunciabile. Specie in una fase storica di grandi riforme e grandi emergenze come quella attuale”.

La Russa al congresso di Md. “L’associazionismo sia utile a un’Italia più libera e giusta”

“L’associazionismo all’interno della magistratura non sia il riflesso delle divisioni politiche”, esorta in uno dei passaggi del suo intervento. “Siamo tutti chiamati a lavorare al meglio nel comune interesse della nazione e dei cittadini. È questo che io auspico per ispirare i vostri lavori congressuali . E per accompagnare e contraddistinguere l’impegno di tutti verso un’Italia più moderna, più competitiva, più sicura, più libera e più giusta. Io auspico veramente che l’associazionismo all’interno della magistratura, fondamentale istituzione dello Stato, sia utile a contribuire a questo scopo; non sia invece il riflesso delle divisioni politiche. Già ne facciamo di guai tanti noi politici. Voi metteteci rimedio, cercate di non aggiungerne in più”. Molto significativa la presenza del presidente del Senato al congresso di md, in un momento in cui da mesi il rapporto tra politica e magistratura non sta vivendo un momento facile.

“Ricercare un equilibrio tra diritti consolidati e nuovi”

“Si discute molto sull’imparzialità magistrati che deve esserci e anche apparire”- aggiunge  La Russa- . “Non voglio entrare in questo tema abusato e lungamente dibattuto: ma mi preme dire che su un tema portante dei vostri lavori, tanto la Magistratura quanto Governo e Parlamento sono chiamati all’analisi nella ricerca di equilibrio tra la tutela dei diritti e delle libertà consolidate da un lato; e il riconoscimento e tutela nuovi diritti e nuove libertà dall’altro. Non è sempre facile trovare un punto di equilibrio, ma lì dobbiamo cercare di tendere tutti”.

“La società cambia. I magistrati si sforzino di interpretarla”

«Negli anni – ha detto ancora il presidente del Senato – sono passato dall’essere ritenuto un grande estimatore della magistratura, durante la lunga militanza professionale da avvocato; ad essere considerato un mangia magistrati con la mia appartenenza nel centrodestra- riporta il Corriere nella sua cronaca dell’intervento-. In realtà la verità è stata sempre nel mezzo. Tanto la magistratura quanto il Governo e il Parlamento sono chiamati all’analisi nella ricerca di un equilibrio tra la salvaguardia dei diritti e delle libertà consolidati da un lato, e il riconoscimento e la tutela dei nuovi diritti e delle nuove libertà dall’altro. Non è sempre facile trovare un punto di equilibrio, ma lì dobbiamo cercare di tendere tutti”.

La società cambia – ha aggiunto infine La Russa – ed è giusto che anche i magistrati si sforzino di interpretarla e di capirla sempre; anche se nel momento del giudizio sono servi della legge, come lo siamo tutti. Il primo passo verso la risoluzione di ogni conflitto, qualunque sia la natura, credo che sia sempre quella di mettere da parte preconcetti e pregiudizi; e di prendere consapevolezza che, pur se nell’ambito delle rispettive prerogative, siamo tutti chiamati a lavorare al meglio nel comune interesse della nazione e dei cittadini. Il limite non può che essere affidato alla norma costituzionale, che regola anche l’ipotesi di lecita disapplicazione della norma, qualora la valutazione fosse di palese incostituzionalità».

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