Filippo Turetta in carcere a Verona: non piange ma “è disorientato”. E’ in una cella di due metri
Filippo Turetta, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, da oggi è rinchiuso nel carcere Montorio di Verona. Il 21enne è entrato scortato dai carabinieri nel penitenziario dove ad attenderlo c’era il suo difensore Giovanni Caruso. “Stiamo lavorando, stiamo facendo quello che normalmente facciamo per tutti i detenuti. Lui è tranquillo”, ha fatto sapere la direttrice del carcere, Francesca Gioieni. “E’ molto provato” ha detto il legale.
Filippo Turetta e le prime parole col suo avvocato
“Il ragazzo è disorientato, le condizioni di salute sono accettabili, sono riuscito ad avere un’interlocuzione accettabilmente comprensibile”. Lo afferma Giovanni Caruso difensore di Filippo Turetta, al termine dell’incontro ‘conoscitivo’ nel carcere di Verona.
Il difensore è stato dentro per ore a causa delle “lunghe procedure” previste per gli ingressi dei detenuti in carcere e tra loro ci sarebbe stato solo un dialogo non approfondito. “Non ci sono stati i tempi tecnici per affrontare una difesa. L’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata stamane, non ho avuto ancora modo di leggerla e neppure il mio assistito, lo farò come lo farà lui”, aggiunge il difensore.
“Lunedì conto di avere accesso al fascicolo processuale e di predisporre le valutazioni che sono indispensabili per la sua difesa tecnica. Con Turetta non siamo assolutamente entrati nel merito, non abbiamo affrontato nei dettagli i profilo della vicenda. Comprendete che di fronte a una vicenda cosi drammatica e tragica c’è stato un momento di indispensabile conoscenza reciproca sul piano umano”.
Oggi l’arrivo dalla Germania, martedì il primo interrogatorio
Martedì 28 novembre è in programma l’interrogatorio di garanzia, ma è troppo presto per svelare la difesa: “Non ne è ancora idea” conclude il legale Caruso. Turetta è arrivato questa mattina in Italia dalla Germania a bordo di un aereo militare partito da Roma per Francoforte, città tedesca non distante dal carcere di Halle dove Turetta è stato detenuto una settimana, per poi atterrare a Venezia intorno alle 11. Durante il volo Turetta “non ha detto una sola parola. Sguardo basso, silenzioso, rassegnato, quasi disinteressato: non ha né pianto, né si è mostrato nervoso”, racconta chi era sull’aereo con lui.
Dietro le sbarre primo passaggio in infermeria, per verificare le condizioni generali di salute, e tutte quelle procedure burocratiche dell’ufficio matricole prima di essere portato in una cella del reparto protetti, una precauzione che si prende per motivi di sicurezza per evitare possibili ritorsioni o disordini all’interno del carcere data anche l’attenzione della stampa sul caso.
Il 21enne sarà in isolamento, sorvegliato 24 ore su 24 per evitare gesti autolesivi, in una cella spoglia di due metri per tre. I primi a poterlo incontrare i suoi difensori, gli avvocati Giovanni Caruso ed Emanuele Compagno. I genitori, papà Nicola e mamma Elisabetta, invece, dovranno essere autorizzati prima di varcare l’ingresso della casa circondariale, il che avverrà probabilmente dopo l’interrogatorio di garanzia in programma all’inizio della prossima settimana.