Accelerata dei tedeschi: ok all’estradizione di Filippo Turetta. E da auto e borsa spuntano un coltello, guanti e…
La Germania imprime l’accelerata: i giudici tedeschi hanno dato il via libera alla consegna alle autorità italiane di Filippo Turetta, arrestato su mandato di arresto europeo per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Con il rapido sì della giustizia tedesca al rientro del 22enne accusato dell’omicidio della sua ex fidanzata, la macchina pubblica per riportarlo in Italia accelera: da quanto si apprende, il ministero della Giustizia chiederà a stretto giro a quello dell’Interno di mettere a disposizione del personale per “scortarlo in Italia” con un volo di linea.
Filippo Turetta, arriva il via libera della Germania all’estradizione
Dato che Filippo Turetta ha accettato una procedura semplificata di consegna all’Italia, non è più necessaria una decisione della Corte di Appello di Naumburg, la quale peraltro ha confermato la detenzione in carcere del giovane in attesa di un suo trasferimento alle autorità italiane sulla base del mandato di arresto europeo. E così, a stretto giro, arriva il ringraziamento del ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, che su X poco fa ha postato: «Il tribunale tedesco ha disposto l’estradizione di Filippo Turetta. Ringrazio la giustizia tedesca per i tempi rapidi con i quali ha operato, la nostra Ambasciata e le forze dell’ordine che stanno lavorando ininterrottamente per questo obiettivo»
Le indagini si arricchiscono di nuove acquisizioni da parte della polizia tedesca
Intanto, nelle more di assolvimenti burocratici e protocolli giuridici, le indagini si alimentano di nuove acquisizioni. Come riferisce sul punto il sito del Tgcom24, allora, la polizia tedesca fa sapere che nella borsa di Filippo Turetta, all’interno della Punto nera fermata lungo l’autostrada vicino a Lipsia ha trovato «un coltello da cucina con una lama di dodici centimetri, probabilmente l’arma del delitto. Un paio di guanti. E un telefono cellulare». E la notizia, rilanciata dai quotidiani locali e nazionali, rinnova orrore, sconcerto e rabbia, che segnano indelebilmente la tragica vicenda dell’omicidio di Giulia.
Dall’auto e dalla borsa di Filippo Turetta spuntano un coltello, guanti, un cellulare e 300 euro in contanti…
Non solo. Stando a quanto trapela da Lipsia, nella vettura del 22enne sarebbero state individuate anche tracce di sangue, presenti anche sulle scarpe e sui vestiti del giovane. E ancora: sarebbero stati trovati infine anche circa 300 euro in contanti. E rilievi e riscontri proseguono, con altri accertamenti in corso sull’eventuale acquisto di una scheda Sim straniera, presa – si ipotizza – per poter utilizzare il telefonino senza poter essere tracciato. Elementi che, unitamente a quanto a fin qui appurato dagli inquirenti della procura di Venezia, vanno ad aggiungersi alle prove a carico del ragazzo, fermato domenica sulla corsia d’emergenza di una autostrada tedesca dopo una settimana di fuga e di nascondigli.
L’avvocato di Filippo Turetta comincia a ventilare l’ipotesi di una perizia psichiatrica
Elementi al vaglio degli inquirenti che all’aggravante della crudeltà, potrebbero aggiungere anche la premeditazione. Un cerchio che si stringe attorno a Filippo Turetta, e rispetto al quale l’avvocato della difesa del ragazzo comincia a ventilare la possibilità della richiesta di una perizia psichiatrica. Che – ha dichiarato questa mattina Emanuele Compagno, legale di Turetta – «può essere utile per verificare cosa sia successo». Aggiungendo anche: «È molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno la faremo. È un aspetto che va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo, descritto come un giovane dedito allo studio e allo sport, un ragazzo d’oro che aiutava gli altri», ha affermato il difensore.