Salario minimo, ecco perché nell’anno zero del sindacato il Cnel può offrire un’occasione di rilancio e autonomia

13 Ott 2023 16:25 - di Roberto Zazza*
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I Padri costituenti scelsero di regolare i rapporti di lavoro a mezzo del CCNL di diritto privato; riservando allo Stato la funzione tutelare del lavoratore e quella di programmazione e controllo dell’economia ai fini sociali. L’attuazione del modello assegnò al sindacato la funzione di trasmettere nel settore dell’attuazione dei rapporti di lavoro la volontà popolare quale intermediata dai partiti di riferimento. Poiché i partiti avevano natura ideologica, alla funzione intermediatoria associava anche quella pedagogica. In breve il sindacato “cinghia di trasmissione”. Il ruolo del sindacato crebbe di rilievo con il “miracolo economico” e la reindustrializzazione consolidandosi durante l’autunno caldo che fu sostanzialmente un evento di redistribuzione economica e di regolazione.

Sindacato, ruolo e storia di un’idea di concertazione in evoluzione

La funzione sindacale, superato il fattore K, anche a causa della debolezza della forma di governo, si ibridò nella concertazione intesa come vera e propria trattativa a tre. La crisi dell’URSS nel 1989 eliminò la funzione pedagogica, lasciando solo gli slogan di tipo etico propagandistico. La questione della intermediazione della volontà popolare si pose dunque in termini nuovi, anche per il cambiamento di posizione delle classi medie cresciute negli anni ’80 e i fermenti di innovazione nei mezzi e processi produttivi, la terziarizzazione e la industrializzazione dell’agricoltura. La scelta del Pdo, fallito il progetto “maggioritario” fu la ibridazione tra media borghesie, classi medie e lavoratori protetti, lasciando al Welfare i “lumpen” (sottoproletariato).

Sindacato, da cinghia di trasmissione…

Molti anni al potere di fatto estesero i buoni rapporti con l’alta borghesia anche internazionale. Nulla di scandaloso, ma a sostegno di un tal programma occorrevano forza ed impegni e capitali adeguati, non una Ditta e una Banca. Di qui le privatizzazioni di Bassanini, le “lenzuolate” di Bersani e, soprattutto, le privatizzazioni di Prodi, che deindustrializzarono la nazione già depauperata dalla globalizzazione. La cinghia di trasmissione si era rotta e persa la fabbrica il sindacato fu, come diceva Dante, «nave senza nocchiere in gran tempesta», trovandosi a sinistra dopo i padri, i figli del ’68. Da anni non rinnova i contratti. Perde gli iscrittiE/o ne modifica la tipologia, perde contatto con i nuovi modelli di lavoro tanto da confondere non solo il Welfare con il lavoro, ma il sindacato con la politica.

… a organismo in perdita

L’opposizione di Cgil, Uil e Usb alla relazione Tiraboschi approvata ieri avrà per loro esiti suicidari, lasciando via libera ad una magistratura ormai divenuta fonte normativa. È la nemesi dell’art. 39 della Costituzione secondo cui: «L’organizzazione sindacale è libera. (…) È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica (…) Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce».

L’occasione che può rappresentare il Cnel

Questa è l’occasione per il sindacato di liberarsi della “cinghia di trasmissione” e di una pedagogia che non ci sono più. Il CNEL può diventare per loro il luogo dove la scienza giuridica, la sociologia e l’economia, possono offrire il massimo del supporto per scelte ovviamente autonome. Certo c’è un presupposto ineludibile: l’applicazione dell’art. 39 Cost. La trasparenza nell’accertamento della rappresentatività e la creazione di un muro di contratti erga omnes resistenti alle pretese egemoniche di una magistratura in cerca di ampliare il proprio potere anche politico.

 

*Avvocato, componente esperto del Cnel

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